Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

William Godwin: sui danni cagionati agli studenti da parte dello Stato

William Godwin è stato un pensatore inglese vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, precursore del pensiero anarchico in età moderna. In qualità di pedagogista, Godwin è stato il primo a segnalare e a denunciare la pericolosità del controllo statale sull'educazione dei giovani, segnatamente nelle scuole.
Da 'Enquiry Concerning Political Justice', trascrivo le seguenti righe, che sono state opportunamente riportate anche nel libro di Colin Ward 'Anarchia come organizzazione'. Godwin parte da una domanda:

Se l'educazione della nostra gioventù sarà affidata interamente alla saggezza dei genitori, o alla casuale benevolenza di privati, non si avrà come necessaria conseguenza che alcuni saranno allevati alla virtù, altri al vizio, e altri ancora saranno totalmente trascurati?
I danni di un sistema di istruzione pubblica derivano, in prima istanza, dal fatto che tutte le istituzioni dello Stato includono in sé l'idea di conservazione... l'educazione pubblica ha sempre speso energie nel sostegno del pregiudizio; insegna non il coraggio morale di portare ogni affermazione alla prova dell'esame, ma l'arte di sostenere princìpi che sono stati casualmente stabiliti in precedenza... Persino nella insulsa istituzione delle scuole domenicali, i principali insegnamenti sono una venerazione superstiziosa della Chiesa anglicana, e l'inchinarsi a ogni persona che abbia un giubbetto elegante...
In seconda istanza, l'idea di una scuola statale nasce da una scarsa conoscenza della natura della mente umana. Qualsiasi cosa un uomo faccia per se stesso, questo è ben fatto; qualsiasi cosa il suo prossimo o il suo Paese si incarichino di fare per lui, questo è male... Colui che studia perché desidera imparare, presterà attenzione agli insegnamenti che riceve e comprenderà il loro significato. Colui che insegna perché desidera insegnare, assolverà il suo compito con entusiasmo ed energia. Ma quando una istituzione politica si incarica di assegnare a ciascun uomo il suo posto, tutti svolgeranno le loro funzioni con indifferenza e passività...
In terza istanza, il progetto di una scuola statale dovrebbe comunque essere combattuto nella previsione di una sua inevitabile dipendenza dal governo centrale... Il governo non perderà l'occasione di strumentalizzarla per rafforzarsi e perpetuare le sue istituzioni... Il loro scopo come organizzatori di un sistema di istruzione sarà senza dubbio analogo al loro scopo nell'esercizio del potere politico...
Queste parole sono state scritte nel 1793. Sarebbe bello se gli odierni insegnanti si rendessero conto che da allora non è stato compiuto nessun passo avanti in senso di autonomia e centralità della persona (cosa di cui la scuola si vanta di perseguire, ipocritamente), al contrario, tutto è rimasto modellato sul sistema autoritario e subdolamente conservato. Invito pertanto i miei colleghi a ragionare sull'esattezza dell'affermazione di Godwin: 'i danni di un sistema di istruzione pubblica derivano, in prima istanza, dal fatto che tutte le istituzioni dello Stato includono in sé l'idea di conservazione'.

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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