Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Ingranaggi a vista


'L'organizzazione scolastica trasforma l'istruzione nel più potente strumento nelle mani dei dirigenti' (F. Ferrer). 
I governi alle prese con il Coronavirus ben si guardano dal disattivare i gangli specifici del sistema padronale. Si chiude tutto, ma qualcosa deve rimanere viva! La filiera della schiavitù globale non deve essere intaccata, perché la società disciplinare e mercantile di oppressi e oppressori necessita del suo autoperpetuarsi, del suo autoricambio continuo. La filiera della schiavitù, si intende quella di base, quella condotta alla sua vera essenza: famiglia-scuola-chiesa-fabbrica. Tutto supervigilato e burocratizzato. Non sfugge uno spillo. Questo meccanismo dottrinale di biopotere deve continuare a funzionare, per forza!
Non è mai successo prima di adesso, credetemi, vedere il motore scoperto del sistema, senza cofano e telaio, così vulnerabile e offerto alla vista. Si tratta delle attività veramente vitali del sistema, ciò che permette ai pochi padroni di restare tali e ai moltissimi servi di essere felici della loro condizione. Famiglia-scuola-chiesa-fabbrica. Si guardi bene al percorso: tutta la vita di un individuo, dalla culla alla pre-tomba: famiglia-scuola-chiesa-fabbrica. Famiglia scolarizzata, non scordiamolo. 
Qualcosa però scricchiola, qua e là, proprio perché il nervo è scoperto, i gangli vitali sono a vista. Nella società adesso l'uno riesce a guardare l'altro come mai era successo prima: il lavoratore che guarda l'altro lavoratore, lo studente che guarda l'altro studente, a controllare quale differenza li stia 'per caso' dividendo in questo frangente. Qualcosa scricchiola. Perché rimanere a lavorare in questo tipo di fabbrica? - si chiede l'operaio sfruttato guardandone un altro che invece ha ricevuto l'ordine di rimanere in casa. E perché continuare con un addestramento dottrinale scolastico attuato per forza anche a distanza? - si chiede lo studente intelligente recalcitrante e immune alla scolarizzazione di massa obbligatoria. Questo si domandano, alcuni, oggi. Chi si pone domande è già sulla via della risposta. Certo, si deve pur mangiare, si deve pur produrre. Ovvio! Ma bisogna anche chiedersi 'come si mangia' e 'come si produce', chi ne fa le spese, chi ne trae profitto, e perché dev'essere così e non in un altro modo. Il motore e i suoi ingranaggi essenziali sono scoperti, ciò che fa funzionare veramente il sistema economico-disciplinare-militare ora è totalmente visibile. 

Dalla scuola al razzismo, ad esempio.

Diventare la prigione di se stessi è diventata una pratica autoeducativa consueta, una morale sociale.

Il più alto ostacolo che impedisce lo sviluppo di un pensiero critico teso al progresso umano, libertario, è costituito dal prodotto dell'istituzione scolastica. Qual è questo prodotto? Questo prodotto è la persona, il cosiddetto 'cittadino educato'. Questo cittadino, attraverso un continuo e lungo esercizio educativo-disciplinare ed autodisciplinare, acquisisce un'omologazione vendutagli a caro prezzo e di cui va fiero. Lo stesso cittadino educato diventa così l'agente di sorveglianza di se stesso, e più in generale dell'integrità del sistema, di un sistema di valori che ha dovuto acquisire e del quale, diluendosi in esso, è diventato il custode più fedele. In altre parole, l'essere umano, che in natura è la causa prima e il solo responsabile del suo benessere, per mezzo della scuola (e della società scolarizzata educante) è divenuto il problema di se stesso, il proprio poliziotto (che si autosorveglia, sorvegliando gli altri), il proprio boia (che si autopunisce, punendo gli altri).
La persona in questione finisce, già in età infantile, per diventare il sistema. Difendendo il sistema, questa persona crederà di difendere se stessa, la sua dimensione anche fisica. E non c'è quindi da stupirsi se le masse preferiscano ormai soffrire per migliaia di anni piuttosto che cercare di liberarsi e vivere senza padroni. Liberarci da cosa - si chiedono - da noi stessi? Piuttosto pensiamo a difendere i nostri valori, che ci rappresentano! Da qui si può anche capire come e perché nascano tutte le fobie irrazionali che stanno alla base del razzismo, dove 'l'altro', fatto passare come 'diverso e pericoloso', potrebbe compromettere l'integrità della patria, della famiglia, della razza, dell'identità, che sono tutta una serie di pretesti, come sappiamo, ma utili a far sentire il 'cittadino educato e istruito' degno e fiero di se stesso, cioè una degna e fiera preda del sistema. Non c'è più distinzione, quindi, tra cittadino educato e sistema, sono la stessa cosa. Chi tenta di far aprire gli occhi alle masse educate, esse, intimorite dal presagio funesto di libertà, avanzeranno come schiere agguerrite di soldati a difesa di se stesse, del sistema.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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