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Mi obbligano.
La risposta falsa, invece, è quella che gli studenti pescano dal catalogo della retorica della scuola, una retorica mitopoietica che ogni scolarizzato conosce a memoria e che sa ripetere ogni qualvolta gli si presenta l'occasione. Di risposte false, palesemente costruite e demagogiche, ce ne sono tante, ad esempio: 'siamo qui perché la scuola ci insegna tante cose', ma anche 'siamo a scuola per capire la vita' o 'altrimenti rimaniamo stupidi e quindi saremo facilmente governabili'. Insomma, stupidaggini di questo genere. La cosa che può lasciare sgomenti è incontrare giovani di sedici anni che hanno già acquisito la narrazione dogmatica della scuola e che, senza porre alcun filtro critico preventivo, la ripetono, credendoci ciecamente. A me questo fatto non lascia più sgomento come all'inizio, perché, dopo tanti anni di insegnamento e di analisi delle dinamiche pedagogiche, so benissimo che, purtroppo, la deformazione scolastica delle coscienze si compie già verso i sette anni di età. A quell'età, i bambini hanno già imparato a copiare dagli adulti anche le risposte preconfezionate da dare sulla scuola.
Soltanto i più forti di coscienza si salvano dalla scuola, ma sono casi più unici che rari, purtroppo. Occorre abolire la scuola.
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TSO: la banalità del male a scuola.
Nel sito non sono riuscito a trovare il nome del o della dirigente. Di solito è un nome che dovrebbe apparire doverosamente nell'organigramma, ma nel sito non ho trovato neppure l'organigramma. Forse ho cercato male. Ecco però cos'ho trovato.
- 'L’Istituto è per la Libertà di Espressione. Ogni studente, in classe, può intervenire e dire la propria, nel rispetto degli altri. La libertà è uno dei temi più cari e principali, sviluppato nelle lunghe discussioni tra docenti e studenti, alla pari'.
- 'Non a caso, il motto scelto dall’Istituto è una nota frase di Voltaire: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. E proprio sulla libertà di espressione e sulle idee divergenti si sono tenuti diversi corsi in cui tutti erano invitati a dire la propria opinione'.
- 'La Libertà di Espressione è un altro punto cardine che regge le fondamenta del nostro sito. Dobbiamo essere liberi di esprimerci, di discutere, di comunicare con gli altri, al fine di insegnare e di ricavare al contempo un insegnamento'.
Ed una perla retorica finale, in sé contraddittoria:
- 'Perché sedersi tra i banchi è un obbligo, imparare e rincorrere la conoscenza lo è altrettanto, ma la scuola ha un compito più importante: formare e sviluppare il pensiero di ogni individuo senza omologarlo'.
- 'L’Istituto Adriano Olivetti ha fatto delle problematiche sociali uno dei suoi cavalli di battaglia. Una scuola deve lavorare al meglio per i propri studenti; deve garantire loro un ambiente sereno e rilassato...'.
'Se fossimo portati a dire che il linguaggio è sempre stato un sistema dell'ordine e non dell'informazione - sono ordini che vi vengono dati, e non informazioni che vi vengono comunicate - avremmo l'impressione di dire qualcosa di evidente. Apriamo il notiziario alla televisione e cosa riceviamo? Non riceviamo in primo luogo delle informazioni, riceviamo degli ordini. E cosa avviene a scuola? E' ovvio! Quando la maestra riunisce i bambini non è per informarli dell'alfabeto, è per insegnare loro un sistema di ordini, un sistema di comando che permetterà e costringerà gli individui a formare degli enunciati conformi agli enunciati dominanti. La scuola serve soprattutto a questo'. (Gilles Deleuze)
Scuola: madre di tutte le 'challenge'
'Quali sono le mie due modeste proposte per eliminare la criminalità? Sono due proposte swiftiane, come la loro definizione umoristica non si cura minimamente di nascondere.1) Abolire immediatamente la scuola media dell'obbligo.2) Abolire immediatamente la televisione'.
(Pier Paolo Pasolini)
Ma la madre di tutte le 'challenge' è la scuola, con le sue aule sì colorate, ma putrescenti di scolarismo e puzzolenti di reclusione. Per molti anni, a scuola, i bambini vengono caricati e modellati sulla pratica della competizione quotidiana; è una gara che obbedisce a un principio di violenza invisibile, innestata ad arte, e che rimane invisibile fino a quando, purtroppo, non si materializza altrove, all'esterno, nella società, attraverso i rapporti sociali che, in questo modo, si disumanizzano, ostentando con orgoglio la loro disumanità. Ideologia della guerra, del massacro, della costruzione di un nemico, di una brutalità che è ormai assurta ad etica! Infatti, guai a non competere! Se non competi, se non guerreggi, se non 'fai vedere chi sei', se non ti guadagni la medaglia in palio (il riconoscimento da parte del branco o di un'autorità), non sei nessuno/a.
Ecco dunque che il conflitto quotidiano che si apprende a scuola proprio nell'età più cruciale della formazione, dove vi è la maggiore capacità ricettiva senza alcuna difesa, sfocia inevitabilmente in atti di violenza evidente al di fuori di quelle mura, fino a dare o a darsi la morte. La società ha bisogno di descolarizzarsi, urgentemente, altrimenti questo progressivo inasprimento della violenza nella società, come vediamo, sarà dilagante e irreversibile.
Ho visto un po' di Master Chef e ho sùbito spento la TV.

Immaginate un Master Chef che insegni questo, a credere che non si possa imparare a cucinare senza mettersi in competizione, senza qualcuno che ti giudichi, senza una classifica, senza una guerra, senza la sofferenza. Ebbene, la scuola è riuscita egregiamente in questo! Ma cucinare è gioia! Come dovrebbe esserlo l'apprendere ed ogni altra attività umana, ancora di più se creativa! Bisogna solo lasciarle libere, queste attività e coloro che vi si apprestano a compierle! Bisogna quindi che ogni bambino sia lasciato libero di continuare a scoprire il mondo da sé, libero di immaginare quel che vuole, libero di chiedere agli altri quando lo ritiene necessario, libero di non farsi intrappolare da questo modello, da nessun tipo di modello!
Non è tutto! Proprio come avviene a scuola, ai concorrenti di Master Chef non viene concessa alcuna licenza personale, nessuna invenzione autonoma, nessuna iniziativa creativa: tutti devono ripetere pietanze già fatte o, tutt'al più, copiare o rifare quello che i giudici ordinano di cucinare sul momento e, in qualsiasi altro caso anche apparentemente creativo, i concorrenti devono essere comunque sottoposti a un'opinione altrui, un altrui che avrà la sua personale idea di bene e di male, di buono o cattivo, di giusto o sbagliato.
Questo è esattamente il modello scolastico che si ripete anche nella società, il modello disciplinare, dal quale, come diceva Foucault, deriva anche la prigione. Avete capito bene, la prigione deriva dalla scuola. Che razza di società pensate possa sortire dalla scuola, se non esattamente questa che ci ritroviamo e che giova soltanto alla classe padronale e al sistema? Oppure pensate veramente che dalla scuola fuoriesca una società giusta, solidale e libera? O che renda le persone infallibili e geniali? Non facciamoci illusioni, non facciamoci ingannare dalla bella narrazione e guardiamo ai risultati ottenuti! Pessimi! Per quale motivo pensate che i governi tengano al fatto che tutti vadano a scuola? Se la scuola ci rendesse liberi ed eruditi, pensate forse che le classi dirigenti la farebbero frequentare? La scuola è cosa loro, serve a loro!
Liberiamoci della scuola, di tutte le scuole istituzionalizzate o avallate dallo Stato, siano esse tradizionali o 'alternative', liberiamocene il prima possibile, sono più di 200 anni che lo diciamo, a ragion veduta!
P.S. E facciamola finita anche con le scuole libertarie, se queste diventano un fine e non un mezzo antieducativo per adulti (i bambini non ne hanno bisogno, sono già liberi dentro per natura)!