Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Questo è Fabio

Fabio è un ragazzo dall'animo sensibile e dolce, e la sua 'erre moscia' sembra addolcirlo ancora di più. E' anche un poco timido e profondo nei suoi pensieri. Al primo anno manifestava dislessia e disgrafia, ma si sono ambedue affievolite nell'arco dei tre anni. Sovente si isolava dai compagni, ma poiché la classe è una di quelle dove il senso di umanità non si fa certo desiderare, oggi Fabio si relaziona con tutti in maniera naturale. Se devo dirla tutta, negli ultimi tre anni questa classe è stata quella che, fin dall'inizio e rispetto alle altre, ha saputo meglio interagire con i discorsi sulla società e sulle problematiche ad essa connesse, politica in testa. Appena entro in classe c'è sempre qualcuno/a che chiede con fervore: 'prof, ha sentito di quella cosa...'?
L'anno scolastico sta per concludersi ed oggi Fabio ha sentito l'esigenza di esprimere il suo ringraziamento nei miei confronti con il biglietto che vedete qui in alto. In tutte le classi dove si affrontano esercizi di libertà e si parla di anarchia, c'è sempre la persona che sente più di altre lo schiocco di un risveglio di coscienza (ricorderete Matteo), come un aprire repentinamente una porta che era tenuta nascosta, chiusa. E in questa classe sono due i ragazzi che maggiormente hanno interiorizzato l'anarchia, riconoscendosi totalmente in essa, non come una dottrina che si impone dall'esterno e dall'alto, ma come un fattore interiore, proprio, naturale, venuto finalmente alla luce; uno di questi due ragazzi è dunque Fabio.
Dato che in tre anni ho potuto parlare in questa classe dei vari aspetti dell'anarchia, Fabio ha scoperto quello che ha sentito più aderente a se stesso: l'aspetto Uomo-Natura e le leggi armoniche che giocano in questo rapporto. Allora dovreste vederlo, Fabio, quando in giardino o in cortile scopre un papavero e ne osserva meticolosamente ogni parte, e poi mi chiama perché vuole condividere con me la sua emozione nell'annusare le varie erbe, o quando mi parla delle sue preferenze circa quegli odori naturali.
Un pomeriggio l'ho incontrato che era con dei suoi amici, ha voluto accompagnarmi in un appezzamento di terra incolta. Una volta giunti su quel terreno pieno di sterpaglie mi ha detto: 'qui potremmo fare il nostro orto sociale'. Lo faremo, Fabio, lo faremo, insieme ai tuoi amici. Ti abbraccio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che emozioni(meglio forse ricordi ;)) che mi fai provare quando leggo i tuoi articoli ! grazie di nuovo !

edmondo ha detto...

Il bello dei ricordi sta nel fatto che producono emozioni. Perciò credo sia meglio produrre oggi quelli che saranno dei buonissimi ricordi domani. Costruiamo una buona società per i figli di domani, insieme. Ciao.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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