Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Liberiamo i bambini!

Entrare nella psicologia del servo volontario di boetiana memoria, parlandoci insieme e facendosi molta forza per non finire a terra tramortiti dalla sua smisurata presunzione acquisita per mezzo delle varie certificazioni scolastiche, rivela parecchie cose, per esempio che esiste in lui una vera rimozione freudiana che gli impedisce di percepirsi come un servo ubbidiente. Questa rimozione gli serve per evitare di soffrire della sua condizione, ed offrire a se stesso una falsa ed effimera forma di dignità, che comunque sa di non possedere. L'atto e il principio della disobbedienza potrebbero affrancarlo, ma la morale che gli è stata costruita dentro fin dai suoi primi giorni di vita da parte di tutti gli adulti moralizzati lo imprigiona ancora di più e lo castiga di fronte agli altri servi volontari, di conseguenza non può, non sa, non vuole affrancarsi: gli costa meno dolore servire tutta la vita che infrangere la morale del padrone; nel primo caso avrebbe il consenso degli altri servi, mentre l'infrazione della regola gli varrebbe la collera dei suoi compagni di catena. E' un mondo alla rovescia: oggi lo schiavo in catene che si ribella con la dovuta forza viene accusato di violenza dai suoi stessi compagni. Prodigi dell'educazione di massa obbligatoria.
Tutto questo, infatti, è un costrutto meramente educativo, non ha nulla a che fare con la natura degli individui. Il problema è culturale, formativo, di istruzione. Si tratta di un impianto pedagogico calato dall'alto, programmato e programmatico, strutturale, passante per la catena scolastica non a caso resa obbligatoria, e che tramuta il bambino, la sua unicità e autodeterminazione, in un servo devotissimo, soldato a difesa della società schiavizzante, normalizzato e conformato, resiliente a qualsiasi sopruso da parte dell'autorità, pronto per essere immesso nel ciclo della produzione o nel limbo degli anelanti alla catena produttiva.
I bambini dovrebbero rimanere lontani da questo genere di cultura, non essere avviati in questa strada che li porta inevitabilmente verso la loro prigionia. Se li facciamo entrare dalla tramoggia ne usciranno vermi.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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