Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Dialogo con una pietra

- Chi gestisce la società, gli adulti o i bambini?

- Che domanda, gli adulti!
- E com'è la società?
- Vedo tanta ingiustizia, violenza, corruzione, inganno, sfruttamento, competizione...
- Quindi sono gli adulti i responsabili di tutto ciò?
- Ovvio!
- Non sono i bambini?
- Ma è evidente che no, i bambini non decidono alcunché, semmai subiscono le decisioni altrui.
- E allora perché gli adulti si arrogano il diritto di insegnare ai bambini il modo in cui costruire la società, se sono proprio gli adulti i primi a costruirla ingiusta e violenta? Con quale diritto gli adulti pretendono di sentirsi 'superiori e saggi' rispetto ai bambini? Non sarà che gli adulti, se vogliono una società giusta, debbano invece re-imparare tutto dai bambini, finché questi sono ancora liberi? Osservali, quei bambini, sono piccolissimi, ma guarda bene come giocano, come si relazionano, con quanta naturalezza si scambiano informazioni e organizzano in modo autonomo i loro giochi (che è la loro vita), non hanno sovrastrutture, stabiliscono insieme -e senza neanche scriversele- regole che poi cambiano e ricambiano, modificano e adattano di continuo; guardali bene quei bimbi, si fermano a guardare il mare o per un soffio di vento, e poi corrono a inventare altri giochi, lasciando ovunque segni e significanti che noi ignoriamo. Osservali bene quei bambini, sono piccoli, ma proprio per questo hanno il sorriso di chi non è ancora adulto e alienato. Sei ancora convinto di avere qualcosa da insegnare loro?

Quella foglia trovata in cortile



E' passato quasi un anno dalla morte di 'Mariomarietto', ma i ragazzi e le ragazze della classe non lo hanno certo dimenticato! La foglia di ficus che vedete ha una storia intima e condivisa allo stesso tempo. L'hanno trovata ieri alcuni studenti tra le aiuole del cortile della scuola. Il messaggio per il piccolo grande Mario dice: 'Ciao Marie<tto! Mi manchi tanto!! Cm stai??? Di sicuro molto bene, avrai già trovato tanti amici!! Baci dalla tua amica Marzia'.
Avevo già parlato del senso del lutto presso i bambini (vedi), essi sanno esorcizzare il dolore condividendolo con gli altri, esternandolo; per istinto naturale i bambini esprimono i sentimenti legati alla morte in un rito catartico collettivo. Il messaggio scritto su una foglia, rispetto ai messaggi scritti sul banco, ha un valore aggiunto; la foglia è il medium che lega l'emozione personale al ciclo della natura, un ciclo di vita nel suo continuo svolgersi. Marzia questo lo sa, ne avevamo discusso in varie occasioni parlando di armonia degli elementi naturali di cui l'essere umano fa parte. La condivisione, stavolta, non è solo con i compagni della classe, ma con tutti. In cortile ci vanno tutte le classi. E questo fattore di 'allargamento' del rito dimostra che l'affetto nei confronti di Mario vuole espandersi: Marzia ha semplicemente avuto bisogno di un teatro più grande, perché più grande è il suo pensiero d'affetto. 
Sul retro della foglia c'è un altro messaggio, lo ha scritto Alessia: 'Ma.rietto T.V.B. e mi manchi molto. By Ale'.


I bambini: quando li crediamo estranei alle cose, in realtà possono sorprenderci. Non sono io che devo insegnare qualcosa ai bambini, io posso solo ammirare la loro saggezza e imparare da loro il senso della vita, dell'amore e della libertà.

Utopie?

Utopie, intese comunemente come sogni o luoghi da realizzare o, nel migliore dei casi, da ritrovare. Qualcuno diceva (cito a memoria) che quando a sognare è una sola persona, quello è soltanto un sogno, ma quando a sognare sono tante persone, allora è l'nizio di una realtà. Anni fa, parlare di scuole libertarie era considerato un sogno o, per i benpensanti normalizzati, addirittura un'eresia, esattamente come avviene per l'anarchia che è la base necessaria per una educazione che pone al centro le esigenze della persona e le sue attitudini.
Oggi le scuole libertarie sono una realtà, non giacciono più nella dimensione utopica, le persone che hanno avuto quello stesso tipo di sogno lo stanno realizzando, e con successo. Le scuole libertarie stanno crescendo, fanno parlare di sé, dànno fastidio ai sostenitori della tradizione, urtano la coscienza dei cultori del 'si è sempre fatto così, quindi è giusto così'. Anche a Milano si aprirà una scuola libertaria a breve, e altri sogni sono in progettazione per la loro realizzazione in Italia, come a Modena (vedi); mi preme sottolineare questo aspetto del sogno (non a caso oggetto del pensiero creativo dei surrealisti) che soltanto in una dimensione progettuale e collettiva può diventare realtà, mentre è sempre bistrattato dai superficiali, dai conservatori abitudinari, da tutti quelli che non credono in se stessi  (figuriamoci negli altri, ed è colpa della scuola) e pre-giudicano in base alle supposizioni personali o alle banali apparenze.
Credere in un sogno appartiene ad ogni ribelle del consueto, a quelli che, oltre a dubitare e a criticare l'esistente, vogliono costruire cose diverse, migliori, umane. Ogni ribelle come me, però, aspetta sempre qualcuno con cui condividere il sogno, perciò ringrazio tutti quelli che hanno fatto del loro sogno un progetto comune di utopia realizzata, ma ringrazio anche tutti quelli che quell'utopia la vogliono realizzare e che per adesso stanno ancora sognando. Si distruggano per loro tutte le sveglie! 
Naturalmente un grazie anche a voi che mi leggete.

Scuola libertaria va in radio

Grazie a Marzia Coronati per aver trattato il tema delle scuole libertarie su AMISnet, l'agenzia multimediale di informazione sociale, nella trasmissione radiofonica 'Terranave'. L'audio può essere ascoltato aprendo QUESTO LINK che vi manda alla pagina di presentazione della puntata. La redazione si è occupata nello specifico della scuola Genio Selvatico, vicino Gubbio, e ha intervistato alcuni dei suoi componenti, compresi genitori e studenti. L'equipaggio di Terranave ha poi continuato il suo viaggio con un mio intervento, approdando infine alla rubrica 'A testa in giù', curata da Lianka Trozzi. Altri spezzoni del mio intervento, compresi quelli inseriti in trasmissione, possono essere ascoltati sul player in fondo al blog, oppure CLICCANDO QUI

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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