Oggi ho ricevuto una bellissima notizia da Simone: tra pochi giorni lascerà la scuola e anche la comunità dov'è stato rinchiuso, e tornerà in seno alla sua amata e lontana famiglia. Ora, io non so quanti dei lettori di questo blog si ricordano di Simone (nel caso potete cliccare qui), ma coloro che hanno una buona memoria sapranno anche il motivo della mia gioia.
Arrivo a scuola, già le 11, non mi accorgo di Simone ma lui di me sì, quindi mi corre incontro e mi abbraccia, solo il tempo per dirgli 'ciao' e subito mi annuncia: 'a fine mese non verrò più qui'. Uno sguardo d'intesa e ce ne siamo andati subito in cortile a parlare di questa magnifica notizia. Simone mi ha spiegato che il motivo risiede esclusivamente nel fatto che la comunità dove è stato rinchiuso non riceve più i soldi dal Comune, e dato che quella comunità stava in piedi solo per Simone (di fatto l'unico recluso), il Comune ha chiuso quel lager. Quindi alla base di questa notizia non c'è una decisione presa per motivi umani e pedagogici, ma meschinamente economici. E infatti gli esseri umani non sono considerati tali dalle istituzioni, ma pedine e servi del sistema economico capitalistico. Però quando all'inizio Simone era stato rinchiuso in quel lager, i 'servizi sociali' e la scuola avevano addotto propositi educativi ('lo facciamo per il suo bene'). Naturalmente erano tutte scuse. E' sufficiente che una persona si configuri come un intralcio economico alle istituzioni perché queste si scordino delle loro ipocrite 'promesse di protezione' (proprio come la favoletta della 'sicurezza'). Le autorità e le istituzioni sono 'solo chiacchiere e distintivo'. Ma tutto torna a favore di Simone, perché non c'è mai stato nessun principio umano in quella comunità, men che meno valori educativi, esattamente come a scuola.
In subordine è successo che:
1) il Comune chiude la comunità per questioni economiche.
2) la comunità non può più accompagnare Simone a scuola.
3) Simone non è più vincolato alla comunità, né alla scuola.
4) Simone ritorna ai suoi lontani genitori.
(Quindi tutto si presenta come all'inizio di questa brutta storia, solo con un Simone annichilito e alienato dalle mille coercizioni subite e dalla mancanza di affetto dei genitori. Complimenti alle istituzioni ipocrite che si ergono a tutrici del bene umano!)
Poi è sopraggiunta la tristezza di non vedersi più, ma anche questo fa parte della libertà e del viaggio della vita di ogni persona. Simone mi ha detto che ci si potrà tenere in contatto via internet. Ci sarò.
Arrivo a scuola, già le 11, non mi accorgo di Simone ma lui di me sì, quindi mi corre incontro e mi abbraccia, solo il tempo per dirgli 'ciao' e subito mi annuncia: 'a fine mese non verrò più qui'. Uno sguardo d'intesa e ce ne siamo andati subito in cortile a parlare di questa magnifica notizia. Simone mi ha spiegato che il motivo risiede esclusivamente nel fatto che la comunità dove è stato rinchiuso non riceve più i soldi dal Comune, e dato che quella comunità stava in piedi solo per Simone (di fatto l'unico recluso), il Comune ha chiuso quel lager. Quindi alla base di questa notizia non c'è una decisione presa per motivi umani e pedagogici, ma meschinamente economici. E infatti gli esseri umani non sono considerati tali dalle istituzioni, ma pedine e servi del sistema economico capitalistico. Però quando all'inizio Simone era stato rinchiuso in quel lager, i 'servizi sociali' e la scuola avevano addotto propositi educativi ('lo facciamo per il suo bene'). Naturalmente erano tutte scuse. E' sufficiente che una persona si configuri come un intralcio economico alle istituzioni perché queste si scordino delle loro ipocrite 'promesse di protezione' (proprio come la favoletta della 'sicurezza'). Le autorità e le istituzioni sono 'solo chiacchiere e distintivo'. Ma tutto torna a favore di Simone, perché non c'è mai stato nessun principio umano in quella comunità, men che meno valori educativi, esattamente come a scuola.
In subordine è successo che:
1) il Comune chiude la comunità per questioni economiche.
2) la comunità non può più accompagnare Simone a scuola.
3) Simone non è più vincolato alla comunità, né alla scuola.
4) Simone ritorna ai suoi lontani genitori.
(Quindi tutto si presenta come all'inizio di questa brutta storia, solo con un Simone annichilito e alienato dalle mille coercizioni subite e dalla mancanza di affetto dei genitori. Complimenti alle istituzioni ipocrite che si ergono a tutrici del bene umano!)
Poi è sopraggiunta la tristezza di non vedersi più, ma anche questo fa parte della libertà e del viaggio della vita di ogni persona. Simone mi ha detto che ci si potrà tenere in contatto via internet. Ci sarò.
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