Quando lo 'specialista' parla di bullismo
L'invenzione dei problemi per continuare a esistere, malgrado.
Errico Malatesta scriveva, tra l'altro, qualcosa di molto vero a proposito di un parallelismo tra le forze dell'ordine e la legge, e cioè che l'organo e la sua funzione non possono essere disgiunti: se la funzione svanisce, l'organo muore. Sicché, proseguiva, per fare in modo che l'organo possa rimanere in vita, gli occorre un pretesto, un problema da inventare anche di sana pianta. Il parallelismo con i birri (organo) si svolgeva in virtù dei reati che, dunque, dovevano essere continuamente scoperti o, in loro mancanza, inventati. In poche parole, la polizia esiste finché avrà qualcuno da ingabbiare e, se non lo trova, deve inventarsi un reato e di conseguenza il reo da punire.
L'inganno del liceo senza voti
Da qualche giorno gira la notizia di un liceo romano che non mette i voti agli studenti. E naturalmente questo ha riscosso un grande interesse presso tutti i riformisti, non tanto per via dell'abolizione dei voti in sé, quanto perché a farlo è un liceo di Stato. Infatti sono più di cento anni che nelle scuole libertarie non esistono voti, ma siccome sono scuole libertarie alla gente questo non interessa e non piace a prescindere, per pregiudizio. Senonché, persino nelle scuole libertarie il non mettere voti non significa affatto eliminare la valutazione e la classificazione che rappresentano la vera funzione del voto numerico.
Far sparire il voto non significa affatto far sparire l'ingiustizia della discriminazione legalizzata, tutt'altro! E infatti il liceo romano in questione supplisce al voto numerico con i giudizi che, anche se non vengono scritti, sono comunque calati dall'alto (questo si tende sempre a non volerlo capire: la scuola insegna ai giovani a dipendere dall'autorità e dalla sua morale!). I voti, in quel liceo, compaiono lo stesso sulla pagella finale, e tanto basterebbe a far capire che l'operazione è tutt'altro che libertaria. I ragazzi vengono sempre giudicati, valutati, questa è la scuola fintanto che è tale! E non potrebbe essere altrimenti. Non c'è nessuno differenza tra un voto che dice in modo sintetico a un allievo che 'deve fare meglio', e una chiacchierata con il docente che gli dice ugualmente 'devi fare meglio'. L'unica differenza sta nel fatto che con il voto si risparmia tempo, mentre la chiacchierata sa anche di ipocrisia, di mascherata. Tanto vale il voto secco, è più sincero.
Inoltre, in questo liceo, succede qualcosa che io personalmente facevo fare ai ragazzi già 20 anni fa: l'autovalutazione. Cosa che poi ho capito essere qualcosa di atroce e l'ho abolita. Infatti è incredibilmente crudele far decidere agli stessi ragazzi in che misura si devono classificare o punire, in quale ghetto concettuale devono inserirsi con le proprie mani. Insomma, l'idea di una scuola senza voti non è certo qualcosa di libertario e liberatorio, se il numero viene sostituito da qualcos'altro. L'oppressione con altri mezzi è sempre il solito vomitevole riformismo, che fa bene soltanto al sistema, e che non a caso proprio il sistema promuove. Non fidatevi. Mai.
La scuola insegna un modello disumano di società
Apprendimento: vietato fare da sé!
Libero insegnamento, libero apprendimento, rapporti conviviali.
Poi successe che cominciai a insegnare nella scuola e, ahimé, tutto, anche l'attività di cui sopra, smise di far parte della mia esistenza: la scuola assorbì molto presto tutto il mio tempo, la mia vita, disperdendo i miei interessi. Nel periodo di transizione, cioè quando stavo già insegnando a scuola ma riuscivo ancora a svolgere l'attività di cui sopra - periodo durato ben poco - ho dato sempre meno importanza al denaro che gli 'allievi' potevano dare per la mia attività, non mi importava se non pagavano, perché quel che mi dava la scuola mi era già sufficiente per vivere. Esiste anche un altro tipo di rapporto con il denaro e con il prossimo, un rapporto fondato sulla non avidità, sulla comprensione di chi ha più bisogno di noi, sulla solidarietà e semplicità, ma anche su ciò che non dovrebbe mai essere corrotto dalla mercificazione e dalla competizione, come i rapporti umani quando sono veramente tali.
Ancora ringraziamenti
A.
La libertà sta oltre i modelli
Qualsiasi atto, qualsiasi procedimento può essere interpretato e svolto sulla base di un'ideologia, o di una morale, o di una cultura specifica, e diventare un modello (sociale, politico, economico, artistico, letterario, scientifico...). Ma se ci si ostina a perpetuare il modello, se non riusciamo a uscire fuori dallo schema mentale e culturale, fuori dalla consuetudine che si fa convenzione e dogma, non andiamo da nessuna parte, non avverrà mai un'emancipazione, ci fossilizziamo. La stasi equivale alla morte.
Stati generali della scuola? Ragazzi beffati, come da copione! Altro che rivoluzione!
Temevo che sarebbe successo, e infatti ecco che si ripresenta, puntualissima, la presa in giro nei confronti degli studenti, nonché la solita strategia per mandare a monte qualsiasi tipo di protesta veramente 'dal basso'. La protesta degli studenti contro l'alternanza scuola-lavoro (oggi si chiama PCTO), che è scaturita dopo la morte dei due studenti, Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, impegnati in una formazione obbligatoria in azienda, è già nelle mani di tutti, salvo che in quelle degli studenti. A cavalcare la loro protesta (ecco la solita strategia) ci sono davvero tutti: sindacati, una miriade di associazioni, pedagoghi, gruppi di professori e, udite udite, persino genitori, tutti insieme a fare le veci del ministro Bianchi. E quando scrivo 'a fare le veci' intendo esattamente quello che ho scritto, e chi ha un po' di sale in zucca sa che questo non è certo un bene. Si vuole la rivoluzione o sostituire il potere?
L'istituzione si autoriproduce, o non è.
(Questo scritto è una microscopica idea di quel che contiene il libro di Angelo Giglia che uscirà a breve, e di cui anche questo blog vi renderà conto. Stay tuned. Gli aspetti e i temi di cui il libro si occupa sono in realtà tanti, ma sono tutti legati alla scuola e alla necessità di abolirla come istituzione. E' un libro molto interessante, e che disturberà non poco la coscienza degli educati, colpevolmente quieta).