Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

Assemblea antibavaglio

Stamattina abbiamo dedicato mezz'ora a discutere sulla negazione del diritto ad esprimersi, una negazione data dal preside ai ragazzi in merito all'intitolazione di un plesso scolastico ad una suora autoritaria e manesca (post precedente).
La discussione è stata molto partecipata dal punto di vista emotivo. L'argomento, che tocca profondamente la coscienza e la dignità dei ragazzi e delle ragazze, ha avuto la giusta attenzione da parte di tutti, nessuno escluso.
Avendo aperto io l'assemblea, ho immediatamente fatto emergere le anomalie e le ipocrisie proprie del sistema scolastico e che si sono manifestate nell'avvenimento in questione. Dalla discussione, che ha avuto momenti interattivi pertinenti e formativi, è emerso quanto segue:
  1. Gli studenti e le studentesse non contano nulla agli occhi dell'autorità scolastica. Non vengono considerati/e neanche come persone. Questo è emerso palesemente anche perché il preside stesso, parlando ieri con alcuni studenti, ha detto loro che non hanno alcun diritto di opinione poiché non hanno compiuto 18 anni, non sono elettori, quindi non possono interferire sulle decisioni che li riguardano e che qualcuno decide dall'alto per loro.
  2. Il diritto di scelta dell'alunno, declamato da un testo di legge del 2004, non ha alcun seguito, alcun compimento, alcun significato all'interno delle aule scolastiche. Quando ai ragazzi ho chiesto di indicarmi le cose per le quali possono esercitare una libera e autonoma scelta, essi hanno risposto e convenuto di essere liberi soltanto nella scelta dell'attaccapanni dove appendere il soprabito o in quale lato del banco poter sistemare lo zaino e i libri.
  3. Gli studenti a scuola devono imparare a sopportare le ingiustizie, poiché questo allenamento li porterà, in futuro, a sopportare meglio i soprusi da parte di tutte le autorità, e persino a difendere l'autorità stessa.
  4. La 'centralità dello studente' e la 'centralità della persona' evocate ed auspicate dal succitato testo di legge del 2004, sono belle parole, ma assolutamente ingannevoli, disattese, e prive di qualunque applicazione effettiva e concreta.
L'unanimità degli studenti è convenuta su tutti i punti emersi. Si è preso atto del fatto che essere coscienti di quanto avvenuto basti al momento. Ho registrato una grande serietà nel corso di tutta l'assemblea. La messa in evidenza dei difetti del sistema scolastico ha reso ancora più coscienti gli studenti del 'programma nascosto' della scuola (cfr. Ivan Illich). Vista la tensione emotiva creatasi, e sovvertendo la legge, ho accompagnato la classe ai giardini dove abbiamo giocato con le altalene, con gli scivoli e a nascondino.

2 commenti:

laridream ha detto...

Che tristezza...leggere queste cose anche se è solo un piccola goccia nel mare dei non-diritti che viene applicato ormai ovunque.

edmondo ha detto...

Sì, è una tristezza leggerle, ancora più triste è viverle. Ma questi ragazzi ora sanno a cosa serve davvero la scuola. Meglio crescere consapevoli che illusi adoratori delle autorità.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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