Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

Giro giro tondo, ecco cambia il mondo!

Avere come priorità la descolarizzazione della società vuol dire tenere a cuore la questione della formazione culturale e morale delle generazioni a venire, ma anche concretizzare la promessa di una società autodeterminata e responsabile fatta di individui autonomi e liberi.
Descolarizzare, cioè smantellare la morale che è stata costruita intorno a quella 'falsa coscienza' fatta di abitudini borghesi che portano anche all'aggressività, è necessario per far riemergere la natura libera e cooperativa dell'Uomo, la sua morale più naturale, quella autentica, scevra da tutte le opportunistiche sovrastrutture.
E' dunque quella dell'abbattimento della morale imposta un obiettivo vitale se si vuole cambiare il mondo, il sistema globale che possiamo definire 'di autorità per l'autorità'. E oltre ai pedagogisti e agli anarchici, ben lo sapeva anche Giorgio Gaber che in questa canzone esprime il senso di quanto detto. Più che una canzone è un auspicio, un invito, un'urgenza.
Occorre aiutare i bambini a staccarsi dalla morale 'stanca e malata' di un mondo di adulti ormai troppo intossicati e troppo convinti del fatto che ciò che hanno imparato a loro volta sui banchi di scuola e nella vita sia corretto, 'esperenziale', giusto, buono, indispensabile, utile, ma che invece porta inevitabilmente -come vediamo- all'alienazione e alla sudditanza, all'incertezza e alla paura, al crimine e al desiderio inconscio di costruirsi varie autorità alle quali affidare il proprio destino e quello degli altri, per poi dire: 'è giusto che sia così, non ci si può fare nulla'. Invece si può fare molto, seguiamo le parole di Gaber (secondo me, la canzone anarchica più lungimirante al mondo). Buon ascolto.

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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