La scuola è un dispositivo di potere, per dirla alla Foucault. E' un addestramento all'idea di potere. Gli studenti imparano a subirlo e a esercitarlo, a credere che nella vita sia necessario. La scuola, in pratica, costringe i fanciulli in un modello di società, la nostra, autoritaria, e li addestra per esserne parte attiva e utile, ingranaggi efficaci alla produzione. Per quale altro motivo pensate che la politica se ne interessi in modo così spasmodico e paranoico? Davvero credete alla narrazione ufficiale? In questo processo di addestramento non sono tanto importanti le parole, e neppure il metodo pedagogico, ma la struttura del processo stesso e, quindi, del medium-scuola. E' questa struttura che addestra veramente, sono i suoi meccanismi ad agire profondamente nella mente dei bambini. All'interno di questo processo - come spesso si fa, inconsapevoli - possiamo anche usare le più belle parole del mondo, parlare di solidarietà e pace, persino giocare a volersi bene, ma la scuola imprime un modello insano al di là delle sue belle parole e degli eventuali giochi, che è anzitutto il modello di se stessa: un governo, tanti governati, giudici e gendarmi, classificazioni, valutazioni, punizioni e ricompense, ubbidienza, sorveglianza continua, obblighi, repressione, omologazione a un pensiero, illusioni, rassegnazione e devozione all'autorità. In questo modello c'è tutto ciò che una società giusta e libera, umana, non dovrebbe neppure pensare di avere.
La nostra attenzione, rispetto ai problemi della scuola, si è sempre concentrata sulle modalità della pedagogia e dell'educazione, ma mai sulla loro struttura. Questo è grave. Tutte le riforme della scuola, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, comprese le riforme proposte dalle scuole alternative, non hanno fatto altro che agire sulle modalità dell'educazione, modificandole di continuo, a volte ritornando sui vecchi passi, altre volte proponendo innovazioni di vario tipo, ma non hanno mai messo in discussione la struttura, il modello, l'idea stessa di scuola e di potere.
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