Le società cosiddette civili si avvalgono di istituzioni, le quali detengono il potere della parola, nel senso che divulgano una narrazione di sé, convincente, che tuttavia non corrisponde alla realtà. Le istituzioni, in quanto tali, fanno esattamente questo: si autoriproducono all'infinito per mezzo di rituali supportati da una retorica continua. Ed è la scuola l'istituzione in questo senso più pervasiva e fondamentale delle società moderne. La scuola è il vero grande rituale collettivo, ripetitivo e, come tale, non fa che generare la convinzione che essa debba necessariamente esistere, nonostante i risultati nefasti che sono sempre stati voluti dall'ingegneria pedagogica statuale. In parole molto semplici, se con la retorica e la demagogia le istituzioni fan sembrare di essere al servizio dell'individuo, con i fatti sono invece al servizio esclusivo di se stesse e degli interessi di chi ne ha deciso l'esistenza e le governa.
(Questo scritto è una microscopica idea di quel che contiene il libro di Angelo Giglia che uscirà a breve, e di cui anche questo blog vi renderà conto. Stay tuned. Gli aspetti e i temi di cui il libro si occupa sono in realtà tanti, ma sono tutti legati alla scuola e alla necessità di abolirla come istituzione. E' un libro molto interessante, e che disturberà non poco la coscienza degli educati, colpevolmente quieta).
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