Non mi sorprende sapere che la persona più autoritaria della scuola si dichiari poi anche comunista, ma in fondo di questo m'importa in modo relativo, mi sorprende invece vedere come quella stessa persona, che si autoproclama intelligente e aperta, pur riconoscendo il proprio autoritarismo e stimando quel po' di pedagogia libertaria che son riuscito a farle vedere, continui imperterrita a voler innestare con cognizione scientifica atroci paure e ordini tassativi agli studenti. Dico questo a mo' di esempio, perché sono ancora molte le persone riluttanti ad abbandonare gli scettri e la loro voglia di dominare i più deboli (evidente segno di frustrazione). Quelle persone non sanno che un rapporto paritario e libero con tutti/e è fonte di grande soddisfazione e di umano appagamento. Le persone che traggono soddisfazione personale nel compiere atti autoritari sui più deboli sono anzitutto vigliacche, non conoscono la vera gioia di vivere, né la libertà, e sono fondamentalmente alienate.
Gustavo Esteva
'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.
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