
Li vedo, non ce la fanno proprio più, e cosa posso fare io per loro in sole due ore alla settimana? In programma avevamo Giotto, era un argomento scelto dai ragazzi stessi, certo ne abbiamo parlato, ma io li ho visti i loro occhi e abbiamo deciso di smettere. Siamo andati in cortile, pausa, la cosa più umana e giusta da fare. Se la scuola fosse diversa, i ragazzi non starebbero in queste condizioni, anzi, verrebbero con gioia per imparare le cose, non a studiarle per forza. C'è chi non vede l'ora di poggiare la testa sul banco per dormire, ma non può, non deve, pena la nota sul registro. Ciò equivale al lavoro subordinato: non si può staccare, non si deve lasciare la catena di montaggio, non si deve pregiudicare la produzione, pena il licenziamento.
Poi oggi vedo gli alunni di una classe stare in piedi sulle scale interne dell'edificio, ma in fila per uno, addossati al muro, uno per ogni gradino, immobili e zitti, dovevano scendere al piano terra, ma la prof aveva ordinato loro di stare fermi e in fila indiana perché altrimenti quelli che dovevano salire avrebbero trovato un intralcio. Un intralcio! Certo, 'ordine' ci vuole! Disciplina! Mettiamo pure i semafori nei corridoi, non sia mai che l'intralcio crei qualche decimo di secondo di ritardo! La scuola pensa che i ragazzi siano degli idioti che non sanno neanche far passare quelli che devono salire, e le rampe sono larghe almeno due metri. Siamo al delirio militaresco. Li ho visti fermi come soldatini obbedienti all'ordine, e a quel punto me ne sono infischiato se erano 'in consegna' a quell'altra prof e li ho liberati: sciogliete le righe! -ho esclamato con un occhio buttato alla prof- siate liberi! Sono scesi giù in umano disordine. E chi dal basso doveva salire è salito senza problemi.
E' una scuola stanca in tutti i sensi. Ci rubano la vita. E ai bambini lo Stato insegna che farsi rubare la vita vuol dire essere responsabili.
5 commenti:
grazie !!!
grazie !
Grazie a te.
Ciao,
è da qualche giorno che leggo con grande interesse il tuo blog.
L'ultima frase è bellissima (e verissima).
Grazie per aver scelto di condividere la tua esperienza su internet, è un piacere leggerti.
Silvia
Grazie a te, cara Silvia.
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