Il capitalismo è una religione, si concretizza e si diffonde per mezzo dell'impianto statuale. Ci sono molte chiese che raccolgono e allevano nel loro seno i fedeli del Capitale.
Le caste sacerdotali nella nostra società sono tante, c'è una casta per ogni chiesa. Ad esempio, nella chiesa-fabbrica, col tempo gli operai hanno finito per credere ciecamente che il lavoro sia un loro diritto, quando non è che una terribile necessità dovuta al vile ricatto capitalista del 'se non lavori non mangi', ricatto che gli operai hanno oramai assunto come dogma inviolabile, come morale di vita, come ineluttabilità. Quegli operai, proprio come gli economisti, sono una casta sacerdotale perché sostengono e perpetuano una mitologia: l'illusione sociale del progresso e del benessere economico. Questi sacerdoti portano avanti l'idea di un paradiso in terra da realizzare per mezzo del lavoro. Ma rimangono poveri, schiavi e sfruttati.
Non solo gli operai, in questo tipo di società ci sono altre caste sacerdotali, e sono tutte di stampo professionale e specialistico. Tutti concorrono alla realizzazione del sogno capitalista, credendoci ciecamente. Prendiamo la 'nuova chiesa universale', come la chiama Illich, cioè la chiesa-scuola. Un esercito di docenti lavorano ogni giorno per costruire l'immagine olografica del paradiso in terra, un'immagine da dare in pasto ai bambini, ai giovani, una narrazione obbligatoria che deforma la loro meravigliosa natura, uccide la loro intelligenza, la loro creatività, e gli fa credere che senza la chiesa-scuola e senza di loro, sacerdoti di una supposta conoscenza, saranno solo dei deficienti, degli inetti, degli schiavi rassegnati. Non sanno che lo diventeranno davvero, ma proprio perché seguono quel dogma sacerdotale, quella chiesa, fatta anch'essa di promesse di progresso e di benessere economico. Quei docenti, come gli operai e gli economisti, sono una casta sacerdotale, creduta imprescindibile, perché quell'illusione sociale di progresso e di benessere economico la insegnano dottrinalmente ai più piccoli, forgiano nella mente dei più indifesi l'idea di un paradiso in terra che si realizzerebbe soltanto per mezzo dell'acquisizione di un certificato che li dichiarerà 'maturi'. Sì, maturi per il Capitale. Ma anche questi sacerdoti, che lo siano o che lo diventeranno a loro volta, rimangono lo stesso poveri, schiavi e sfruttati.
Potrei andare avanti con le varie chiese: la chiesa-ufficio, la chiesa-ospedale, la chiesa-galera, la chiesa-famiglia... tutte hanno la loro casta sacerdotale, e tutte contribuiscono alla costruzione di una mitologia, di una 'bella narrazione', di quel miraggio fatto di un'idea di benessere economico e di progresso, ma anche di ordine e pace, di amore e giustizia. Tante belle parole. Ma adesso farei un distinguo, perché c'è una differenza nettissima tra i sacerdoti della chiesa canonica e quelli delle chiese sociali: se ambedue le specie costruiscono illusioni di pace e amore per tutti (chi paradisi in cielo, chi paradisi in terra), soltanto i sacerdoti delle chiese sociali, soprattutto i docenti, pensano che non si tratti di illusione e lavorano sotto dettatura alla costruzione del sogno capitalista, credendoci fino in fondo ed oltre, giurando sulla bontà di ciò che fanno e di ciò che promettono, nonostante siano loro i primi a non godere di nulla di cui essi stessi promettono, di alcun benessere, di alcuna pace, di alcuna libertà, e rimangano sempre e comunque poveri, schiavi e sfruttati.
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