Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

La scuola è scuola, non cambia la sua natura in base al tipo di governo.

Anche il popolare maestro Alberto Manzi fu sospeso dall'insegnamento e il suo stipendio venne dimezzato. Il reato fu la disobbedienza civile, fu il non aver avuto paura del Leviatano, affrontarlo, smascherare la sua ipocrisia di fondo, i suoi piedi d'argilla. Manzi si rifiutò di valutare i bambini come avrebbe voluto lo Stato, cioè si rifiutò di valutarli prendendo in considerazione anche l'espressione dell'intera personalità dell’alunno in ogni sua manifestazione (come e con chi interagisce, come e cosa pensa, come si atteggia, come obbedisce agli ordini, come reagisce a dei precisi stimoli, come e se rispetta l'autorità...). All'epoca dei fatti (1981) non c'era un governo di destra, c'era il pentapartito, una compagine di centro sinistra che, per quel provvedimento punitivo ad personam, si avvalse di una legge del 1977 (anno in cui v'era un governo che vedeva il PCI come secondo partito per numero di seggi, dietro alla DC). Presidente della repvbblica, all'epoca, era il socialista Sandro Pertini.
Il problema, in sostanza, come sempre, non è il tipo di governo in carica, ma è la funzione e la natura stessa delle istituzioni in quanto tali, una natura sempre conservatrice e autoritaria che si rinvigorisce a forza di riforme ('riforme, ci vogliono le riforme!', grida il solerte progressista!). Tutto ciò che dall'esterno regola la vita delle persone, che le norma limitandone la libertà, che le inquadra, che le moralizza, che le divide e le valuta, ha natura autoritaria. La scuola forma la società e di conseguenza forma pure i docenti che fanno parte della società. Di questo tipo di società. Se in classe un docente decide di spogliarsi del suo grembiulino da docente e prova, invece, a fare l'essere umano - il che, dato il contesto, coincide necessariamente col fare il rivoluzionario - lo fa clandestinamente e al prezzo che sappiamo e che vediamo. I casi che finiscono nelle pagine di cronaca nazionale sono punte di un iceberg. Io stesso sono stato, e sarò sempre, vittima di provvedimenti disciplinari da parte del Leviatano, come altri colleghi e colleghe che antepongono ostinatamente il loro essere umani all'uniforme da docente e agli interessi dell'istituzione. Non so fare altrimenti.


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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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