Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

25 aprile, la liberazione e la scuola obbligatoria


Del 25 aprile si è detto forse tutto, tranne una cosa: non ha prodotto nulla di quello che la gente si aspettava. Ma quale 'liberazione'?
Se riavvolgessimo il nastro per andare indietro a quell'immediato dopoguerra, scopriremmo che ci furono vari personaggi, intellettuali, professori, scrittori, politici (soprattutto politici) che si affrettarono a indicare la 'strada giusta' al fine di non ritrovarci più tra i piedi il fascismo. Quindi si mise mano a una nuova Carta costituzionale, alla monarchia succedette la repubblica e al popolo venne data la facoltà di scegliersi da solo un circolo di padroni. Eppure quella non era ancora del tutto la 'strada giusta'! Per essere veramente tale doveva aggiungersi una parte preziosissima e fondamentale: la scuola di massa obbligatoria. E in effetti, quella parte, prontamente aggiunta, fu davvero preziosa e fondamentale, il problema era capire per chi lo fosse veramente. Col tempo lo scoprimmo: era ed è fondamentale per le classi dirigenti, era ed è preziosa per tutto l'establishment! Solo che nessuno lo vuole ancora ammettere, ed è questo non volerlo ammettere il segno preciso, netto, chiarissimo del fatto che la scuola sia diventata un credo assoluto, una chiesa intoccabile, da proteggere, malgrado il tragico risultato della sua azione sempre più nefasta e pervasiva nella vita dei giovani, che di vita propria a dire il vero non ne hanno più (altro che liberazione per loro!).
Il tragico risultato però era stato ampiamente profetizzato da chi non ha mai avuto il paraocchi, da chi sapeva fin dal XVIII secolo, da chi non si lasciava imbambolare dalla 'bella narrazione' della scuola. Erano gli anarchici, i quali sapevano - come oggi -  che un'istituzione dello Stato non avrebbe mai al mondo prodotto una redenzione, non avrebbe mai tolto le catene al popolo, non avrebbe mai eliminato lo sfruttamento dell'uomo nei confronti dell'uomo, non avrebbe mai abolito le classi sociali, e che assolutamente inutili, se non funzionali al potere, sarebbero state tutte le sue riforme. Nessuna scuola è concepita per liberare le persone. Il sistema non vuole di certo suicidarsi!
C'è ancora gente, purtroppo, che di fronte all'innegabile fallimento della scuola, ma volendola a tutti i costi difendere, dice che la scuola ha solo bisogno di essere riformata. Questo avviene perché la scuola è riuscita nel suo intento principale e sostanziale, e cioè quello di produrre sudditi convinti di avere sempre bisogno della scuola. E' proprio questo cane che si morde la coda, promosso dall'educazione scolastica, quel meccanismo perverso che oggi, purtroppo, fa ancora riemergere il fascismo.

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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