Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Il povero oppresso ama il ricco che lo opprime

 

Questa è una società borghese, cresciuta con (dis)valori borghesi, fascisti, padronali, capitalisti e militari. E ogni società si crea la propria scuola per perpetuare i valori con cui è cresciuta. Si allevano così bambini che finiranno per trovare normale questo tipo di società. Quindi, una società come la nostra, con la sua amata scuola addestrante, non può che amare i suoi padroni e tutto ciò che da questi viene emanato: pensieri, leggi, proclami, moda, espressioni, gesti... E' una società che vuole imitare i padroni. 
Questo significa che i poveri sfruttati e i loro figlioli finiscono per amare proprio quei ricchi che li sfruttano! Controsenso? Certo, ed è tutto addestramento culturale! Nulla di naturale, sia chiaro!
Questa è una società destinata all'autodistruzione, alla dissoluzione totale degli ultimi valori umani rimasti. E' già in corso d'opera la guerra di tutti contro tutti, nel senso che ogni idea esposta provoca una deleteria e violenta polarizzazione, che è figlia della competizione, che è seme di ogni guerra. 
Famiglie ridotte sul lastrico, gente che rinuncia alle cure perché non ha i soldi, poveri in cerca di soluzioni quotidiane per mangiare qualcosa, ma anche un ceto medio stipendiato che non ce la fa più, sempre più spremuto da una classe padronale insensibile e famelica... stanno tutti in adorazione dei padroni e delle autorità che li hanno ridotti così, che li bastonano, che li governano. 
Questo ricorda molto quel tipo di asservimento religioso e psicotico che si vede nelle sette, e che porta gli adepti a rinunciare persino alla propria vita per seguire i capricci del loro guru e per difenderlo. E questo fa l'addestramento scolastico, crea adepti pronti a morire per il loro padrone, un padrone che persino si scelgono con una X su una scheda elettorale!

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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