Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

La scuola disintegra la coscienza critica degli individui

 


 N
el corso dei secoli, in tutto il mondo, c'è stato un poderoso e progressivo aumento della scolarizzazione, accompagnato da una capillare diffusione delle informazioni per mezzo di sempre più nuove e potenti tecnologie. Ma occorre chiarire una cosa: tutte le informazioni che passano attraverso il mondo dei mass-media - di cui la scuola fa parte ed è anzi il mezzo di comunicazione di massa più importante perché si rivolge a un 'pubblico' sensibilissimo, ingenuo e con una mente ancora in formazione - sono filtrate e vidimate da coloro che gestiscono il potere a livello centrale. 
A fronte di ciò, e dovendo necessariamente prendere in considerazione il ruolo sociale che ha avuto l'introduzione dell'obbligo di istruzione, come risultato abbiamo ottenuto un parallelo e progressivo abbassamento della capacità critico-cognitiva delle masse scolarizzate, un deficit nella capacità di autodeterminazione dei singoli, un preoccupante aumento dei fascismi ovunque. 
Nonostante queste evidenze che fanno a botte con la narrazione retorica sulla presunta bontà della scuola, e a riprova del fatto che le informazioni destinate alle masse vengono sempre controllate a monte, nessun medium ufficiale osa esporre la relazione evidente tra l'aumento della scolarizzazione e il calo drastico di coscienza critica nelle società. E laddove la scuola viene definita migliore (vedi stereotipo finlandese), la relazione di cui sopra appare purtroppo persino accentuata, con un individuo medio totalmente asservito al potere, incapace di prendere decisioni senza il ricorso di qualche 'esperto' esterno o dello Stato, sempre in attesa di ordini calati dall'alto, ubbidiente e docile nei confronti delle autorità, e costantemente alla ricerca di qualche tipo di potere - ahinoi anche muscolare - per agire in modo aggressivo sul prossimo al fine di compensare la propria frustrazione di suddito sfruttato.
Anche per questi motivi - ce ne sono molti altri, comunque tutti connessi - siamo decisi nel sostenere a voce piena che la descolarizzazione è necessaria alla società, a questa nostra società. Dobbiamo però specificare che descolarizzare non significa soltanto allontanare i bambini dal luogo-scuola, perché ormai la scuola si trova anche al di fuori delle sue mura, è ovunque purtroppo, specialmente in famiglia; descolarizzare significa anche allontanare i bambini da tutti gli adulti che vorrebbero metter le mani su di loro, significa allontanarli da tutti quelli che presumono di sapere il come si fa 'per il loro bene'. Descolarizzare è qualcosa di veramente rivoluzionario, non necessita di adulti-educatori di nessun tipo, solo di adulti che sanno osservare il bambino nella sua crescita autonoma, incoraggiarlo in questa sua autonomia, e imparare da lui il come si fa. 
Ci vuol coraggio, dite? Beh, noi rispondiamo che ci vuole molto più coraggio, intesa come dissennatezza, a far diventare il bambino un perfetto riproduttore di questo genere di società, un essere amorfo, ubbidiente, incapace di pensiero critico e di autodeterminazione, un fascista in nuce alla ricerca di padroni e partiti cui affiliarsi, costruttore convinto di gerarchie e capi... Ci vuol coraggio, insomma, a consegnare i propri figli nelle fauci educatrici del Leviatano e vederlo ingoiare.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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