Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

Quale scuola, secondo l'anarchia? Nessuna, ovviamente!


Contro il sistema educativo, contro l'idea stessa di scuola, l'anarchia ha sempre reagito opponendo all'atto di fede - che è andato via via rafforzandosi fino a oggi - la potenza del dato reale, l'inoppugnabilità dei risultati visibili. Sono infatti i risultati ottenuti dalla scolarizzazione, specie da quando è stata introdotta l'obbligatorietà dell'istruzione di stato, l'unica forza in grado di smantellare la falsità del dogma scolastico. Da più di un secolo, quindi, i propositi dell'anarchia rispetto alla scuola esprimono l'idea di abolizione della stessa. 

L'anarchia ha da sempre la piena consapevolezza del fatto che il bambino è un individuo e che, come tale, possiede fin dalla nascita il diritto naturale di essere come egli desidera essere, senza sottomissioni ad ingerenze pedagogiche o progetti educativi provenienti dall'esterno, fossero anche i più progressisti, somministrati nel modo più 'libero' e dagli educatori più saggi. Anche il bambino ha bisogno di essere liberato da ciò che lo imprigiona, lui più di tutti, come diceva William Morris già nel XIX secolo! Chi dà voce al bambino prigioniero, se non l'anarchia odierna?

Alcuni filosofi e sociologi, come ad esempio William Godwin, posero la questione dell'istruzione sotto la lente di ingrandimento della critica sociale già alla fine del XVIII secolo, ma occorse aspettare gli anni '50 e '60 del secolo scorso - se vogliamo escludere il pensiero abolizionista di Giovanni Papini dei primi anni del Novecento - per far emergere in modo chiaro e limpido un bisogno condiviso di farla finita con la scuola. E' stato Ivan Illich a esprimere chiaramente in un testo specifico la necessità di abolire l'istituzione scolastica con il suo 'Descolarizzare la società', ma anche con altri scritti come 'Distruggere la scuola' e attraverso conferenze varie in giro per il mondo. Siamo già negli anni '70 del secolo scorso, e nello stesso periodo il famoso pediatra anarchico Marcello Bernardi auspicava per il bambino un mondo senza alcuna struttura educante. 

'Descolarizzare la società' di Illich si configurò fin da subito come un vero testo-faro per le coscienze rivoluzionarie anarchiche che, da tempo ormai, non avevano quasi più nulla da spartire con la 'vecchia guardia anarchica' riguardo al tema scuola. La scuola riformata, abbellita, modernizzata, aperta quanto si vuole, con insegnanti liberi quanto si desidera, non è infatti che la solita trappola universale (Paul Goodman), agghindata in modo più accattivante. Perciò le idee educative progressiste che potevano ancora attrarre la vecchia guardia anarchia ottocentesca - ma che in fin dei conti non risolvevano il problema (perciò oggi oggetto di interesse da parte del comunismo riformista) - evolvettero in idee autenticamente rivoluzionarie, anarchiche. 

Questa evoluzione dell'idea anarchica, che sul tema scuola da riformista divenne rivoluzionaria, fu necessaria anche a causa del sempre più crescente interesse del sistema industriale e militare nei confronti della scuola, un interesse con cui l'anarchia del dopoguerra ha dovuto fare i conti, reagendo proprio con il concetto di abolizione della scuola. Oggi l'anarchia è tesa allo sviluppo dell'autonomia del bambino e all'abolizione dell'educazionismo a tutti i costi, perché qualsiasi educazionismo si fonda sul dominio. Oltre a Illich, si aggiungono oggi altri studiosi come ad esempio Benjamin Kiesewetter, e altri anarchici come Yves Bonnardel, o Pedro Garcia Olivo, nella lotta per la descolarizzazione, per la liberazione del bambino e, di conseguenza, anche dell'umanità. 

Sono stati fatti molti passi avanti rispetto alle vecchie scuole libertarie di Francisco Ferrer, Lev Tolstoj, Sébastien Faure, ecc., e anche rispetto alle idee di Bakunin e Kropotkin sul tema scuola. Le loro visioni sul sistema educativo, buone ancora nell'Ottocento, oggi sono equiparabili ai progetti pedagogici riformisti tanto apprezzati dal sistema di potere padronale, quindi persino dalle destre che, come ultimamente abbiamo visto, ci tengono all'istruzione delle masse (non a caso) e condannano quei genitori che non mandano a scuola i loro figli. Saranno felici anche i comunisti di partito. 

Per l'anarchia, dunque, oggi non c'è più spazio per la scuola, ancorché riformata, non può più esserci, sarebbe come se l'anarchia dichiarasse - come fanno le masse istruite - che un potere buono esiste se il governante è illuminato. L'anarchia sa che questo è impossibile, come oggi sa perfettamente che non esiste una scuola buona, neppure se illuminato è il pedagogo! Sul tema scuola, insomma, Bakunin, Tolstoj, Kropotkin e gli altri sono ampiamente superati, hanno fatto il loro tempo, da un bel po'! Oggi è tempo di descolarizzare il mondo. 

'Giro giro tondo, cambia il mondo', cantava Gaber su testo di Luporini in 'Non insegnate ai bambini'. Non è un caso.

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Nessun commento:

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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