Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

Decreto Caivano: destra e sinistra unite appassionatamente per la scuola.


 Il governo dei seguaci del fascismo prende di mira i genitori dei figli che non andrebbero a scuola. Il governo nostalgico vuole tutti a scuola, proprio come i comunisti, ma anche più dei comunisti, visto che i fascisti prevedono pure il carcere per i genitori che non assolverebbero all'obbligo di istruzione dei loro figli. Questi fascisti ci tengono proprio a scolarizzare tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso! Ma esistono davvero quelli che non vanno a scuola? O si tratta anche questo di un mito, come emerge dai dati Istat che abbiamo riportato in un post precedente? E' bene ricordare che già oggi (e da anni è così) quando un genitore non manda il figlio a scuola è soggetto a denuncia, una denuncia che parte dalla segnalazione del dirigente scolastico e arriva fino ai carabinieri che alla fine bussano alla porta di quel genitore. Da quando è stato istituito l'obbligo di istruzione si fa così, purtroppo, e quindi nessuno si salva dall'essere scolarizzato (a scuola o altrove, ma tutti devono essere colonizzati da questa cultura autoritaria e devono dimostrarlo con esami specifici!). Se poi un giovane smette di andare a scuola a 16 anni, è liberissimo di farlo, perché oggi l'obbligo a quell'età svanisce. 

Ad ogni modo, che i fascisti abbiano a cuore la scuola non c'è da sorprendersi, sapete? Chi segue il blog o la pagina facebook sa bene qual è il vero scopo della scuola nella società, non è il caso di ribadirlo. Speriamo tuttavia che la notizia di questa attenzione dei fascisti nei riguardi della scolarizzazione forzata smonti finalmente il luogo comune secondo cui l'istruzione scolastica serva a edificare una società libera e antiautoritaria, perché la scuola fa invece esattamente il contrario, lo fa benissimo da sempre, nonostante i buoni propositi progressisti di molti docenti, propositi che non servono a niente perché tutti, soprattutto loro, i docenti, continuano a crogiolarsi con soddisfazione beghina nel luogo comune, e nel sistema perverso della competizione scolastica e del signorsì-avanti-marsh! E' il meccanismo scolastico in sé che fascistizza, ed è un meccanismo ben oleato dagli stessi operatori della scuola, dai docenti, dai tecnici, dai dirigenti, da tutta la società già perfettamente scolarizzata... E' un meccanismo distopico, quello della scuola, del quale tutti questi operatori, interni ed esterni, non saprebbero fare a meno, di cui non si vogliono liberare, in cui credono dogmaticamente. Perché la scuola, purtroppo, come diceva bene Ivan Illich, è una chiesa! e anche, come diceva Paul Goodman, una trappola universale!

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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