Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

L'umanità sacrificata in nome della normalità

E' veramente terribile e fastidioso, per questa società, incontrare qualcuno che pensa e agisce in modo diverso dall'usuale. Tu devi essere normale! Tu devi essere come tutti gli altri! Tu devi pensare e fare le cose come vuole il costume! Tu, bambino, con i tuoi slanci e le tue fantasie, con i tuoi no e la tua creatività, con il tuo infischiartene del colore epidermico e delle catalogazioni ideologiche, tu che sei nato libero e senza confini in testa, tu sei un deviato! Vai curato! E sei anche stupido! Devi essere educato, istruito, programmato, devi imparare presto a stare in questa società, non indicarmene altre, non mi parlare di cose impossibili, devi stare coi piedi per terra, devi essere come noi, non vedi come siamo seri, noi adulti, così responsabili con le nostre bombe e i nostri mille conflitti? Presto! diventa un bravo cittadino anche tu, entra nella catena della produzione, devi farlo, ti piaccia o no, competi con gli altri, usa il tuo cervello per ingannare gli altri, altro che solidarietà! E che non ti salti in mente di fare da grande l'artista o il poeta o l'inventore di macchine inutili! Non stare a pensare, tu devi servire!
Una siffatta società che addestra alla convenzione, al suo concetto di normalità, avrà sempre paura della diversità, e sempre la combatterà. A quel punto, al di là delle belle e inutili parole che sento predicare in ogni dove, basta un niente per fare di una persona o di un intero popolo un nemico da demonizzare, financo da ammazzare.

P.S. Chi vuole conoscere il motivo per cui -nonostante tutte le moralizzazioni- in questo tipo di società e nella scuola tradizionale ci sono violenza e bullismo, può leggere anche quest'altro post.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"Tutti contro tutti nella competizione che voi chiamate società!" Skruigners

Anacronista ha detto...

Provo un entusiasmo particolare a leggere le tue riflessioni, mi sento meno sola. In particolare l'ultima, nella quale però non era possibile commentare! Grazie e go on.

Anonimo ha detto...

Caro Edmondo, grazie per le tue ultime riflessioni che trovano sempre in me tanto spazio condiviso. Mi viene in mente questa bellissima poesia di Pasolini che probabilmente già conoscerai ma che vorrei condividere con tutti quei corsari che continuano a viaggiare in direzione ostinata e contraria. Grazie,

Francesca

"Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d’esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.

Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d’amore,
se non d’un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v’hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.

Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l’antico, vergognoso segreto
d’accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.

Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!

Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
– nel vostro odio – addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È così che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini".

(Pier Paolo Pasolini, La ballata delle madri")

Annagus ha detto...

accidenti, com'è bella questa poesia.
grazie
anna

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

Lettori fissi