Anche la scuola obbligatoria è diventata tale per esigenze militari. Tutto ciò di cui lo Stato si interessa ha natura e scopi militari. Nell'esercito, come nella scuola, la disciplina è una ferrea regola che non mira allo sviluppo del buon senso e dell'umanità, ma all'accettazione benevola delle violenze ricevute, alla sottomissione agli ordini da parte degli 'inferiori di grado'. Una pedagogia scolastica militare fondata sulla cieca e muta osservanza dei provvedimenti disciplinari non fa altro che ri-produrre schiere di soldati ciechi e muti, in conseguenza del fatto che i bambini -cavie innocenti- diventano molto presto ricreatori del modello militare assorbito, ritenendolo molto presto normale e giusto, persino l'unico possibile. Dal canto loro, i professori, cioè gli ex studenti e come tali inconsapevoli, non si pongono alcuna riflessione sul fatto che una buona persona si avrà non già in seguito all'insegnamento di una condotta remissiva zeppa di coercizioni e paure, ma in virtù di un'educazione fondata sulla solidarietà e sull'uguaglianza. Ma questa è una virtù inconcepibile per il sistema scolastico statale-militare, inconcepibile per gli stessi militari, siano essi in cattedra o in caserma. Diceva Bakunin a proposito dei professori: 'identiche condizioni e identiche cause producono sempre i medesimi effetti. E allora avverrà lo stesso coi professori della scuola moderna, divinamente ispirati e investiti dallo Stato. Diverranno necessariamente, alcuni senza rendersene conto, altri con piena consapevolezza, strumenti di propaganda della dottrina del sacrificio del popolo, a vantaggio del potere dello Stato e del profitto delle classi privilegiate'.
Possiamo individuare l'asse attorno al quale gira tutto l'universo militare; questo asse si chiama gerarchia. Una società gerarchizzata è militare. La scuola tradizionale (non importa se pubblica o privata), così come la pretestuosa costruzione della società globalizzata, risponde al preimpostato paradigma gerarchico e gerarchizzante. La regola base, l'asse attorno al quale viene fatto girare ogni evento sociale è l'ingiustizia e la disuguaglianza, con tutto quello che di atroce ne scaturisce, anzitutto i crimini. Come lo Stato, anche la scuola tradizionale è un crimine contro l'umanità. La scuola non va riformata, va sostituita integralmente con un modello opposto, già prefigurato da Godwin nel 1797. Tutte le grandi riforme della scuola sono avvenute in conseguenza di una guerra (d'armi o d'economia), al fine di rimodellare il carattere dei sudditi sulla nuova forma sanguinante e lacerata di ogni dopoguerra, e prepararli così a diventare novelli soldati per la ricostruzione burocratica e materiale della nazione, quindi difensori di tutti i nuovi rapporti gerarchici istituzionali e sociali.
L'esaltazione sociale della scuola trova coincidenza nell'esaltazione sociale del soldato. A voler domandare alle persone se per una nazione sia più importante la scuola o l'esercito, troveremo molta incertezza nella risposta. La verità è che la scuola e l'esercito sono due facce della stessa medaglia, senonché l'esercito è l'emanazione fisica di ciò che la scuola produce culturalmente, psicologicamente, caratterialmente. L'esaltazione sociale della figura del soldato ha ovviamente inizio con le prime monarchie di tradizione Kurgan, il cui intento era soprattutto quello di difendere il privilegio della classe governativa dagli attacchi del popolo ridotto in schiavitù e in povertà. Niente di meglio che propagandare la figura del soldato quale tutore professionista dell'ordine territoriale, farlo emergere rispetto agli altri lavoratori, dargli un'aura di nobiltà, con la scusa della 'sicurezza collettiva' scaturita dall'innesto nel popolo del senso di paura (ad es. paura per un altro popolo dichiarato nemico e dipinto come tale). In quest'ottica di propaganda sociale a favore del soldato, il regime militare degli spartani creò scuole per i ricchi, i quali, poiché costituivano la classe governativa, dovevano insegnare ai figli le modalità e le astuzie con cui poter un giorno governare la massa popolare schiava (iloti). Già in quel tempo la scuola, poiché élitaria, era percepita dagli schiavi come qualcosa di prezioso, quindi da lodare e, magari, un giorno, a cui poter avere accesso. Divenire un soldato stava diventando sempre più un'ambizione, esattamente come oggi è ambizioso varcare le soglie delle Università e completarne egregiamente gli studi.
Oggi i governi nascondono la missione e la natura militare degli Stati, ma continuano a propagandare la scuola come un valore 'culturale' assoluto, indossando la maschera dei benefattori del popolo per via del concesso 'diritto allo studio' (il fatto che un diritto venga concesso è sempre indice di un possesso esclusivo e autoritario a monte). Non solo, in merito alla frequenza della scuola, i governi sono riusciti anche a infondere nei cittadini un senso di vergogna -e anche di paura- qualora si disertino i ranghi di banchi. L'operazione del sistema non è soltanto quella di creare sudditi obbedienti sempre inclini alla competizione, ma anche quella di generare un senso di vergogna e di paura in chi dissente da tale educazione militare.
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