La scuola è utile soltanto all'autopoiesi di questo genere di società, e ci riesce benissimo. La classe dominante, interessata a perpetuare l'ordine statuale e il suo privilegio, gestisce la sua scuola in funzione di quell'obiettivo autopoietico, perciò essa rimane sempre oggetto di grande interesse dei vari governi. Secondo il volere e l'esigenza del Capitale pubblico e privato, nessuno studente (futuro schiavo ubbidiente e educato produttore/consumatore/contribuente) dovrebbe sfuggire alle maglie della scuola, perché l'addestramento delle nuove generazioni a questo sistema deve essere totale e capillare.
A questo scopo, gli uffici della propaganda di stato fanno credere che i nostri problemi sono causati da coloro che lasciano la scuola. Quindi li vediamo, questi propagandisti del terrore sociale, che organizzano campagne pubbliche e corsi vari di aggiornamento sul modo in cui evitare che anche un solo studente abbandoni la scuola.
Ma in realtà non esistono studenti che abbandonano la scuola, dal momento che l'istruzione è obbligatoria. Fino all'età di 16 anni tutti i giovani devono andare a scuola con le buone o con le cattive. Dopo i 16 anni, terminato dunque l'obbligo, nessuno studente che decida di lasciare la scuola può diventare oggetto di stigma e di caccia da parte dell'istituzione. Non è un caso che l'Istat, nei suoi computi statistici sul presunto problema dell''abbandono scolastico', inizi a computare a partire dall'età di 18 anni, fino ai 24. Ma a cosa serve saperlo se l'obbligo di istruzione è fissato a 16 anni? Ripeto, non può diventare uno stigma il fatto di uscire legittimamente dalla scuola una volta compiuti i 16 anni! Eppure, sembra che anche questa libertà costituisca un grave problema degno di segnalazione e allarme nazionale!
Ma vediamoli questi giovani che si liberano dall'addestramento scolastico (comunque già abbondantemente ricevuto). Quanti sono? Secondo l'Istat, nel 2020 gli studenti dai 18 ai 24 anni che hanno abbandonato legittimamente la scuola sono in totale 543. Ora, per dirla terra terra e in modo chiaro, senza entrare nel merito della vita di questi giovani che, per quanto mi riguarda, potrebbero anche essere felici, ma se pensiamo che i problemi dell'Italia siano causati da loro, che sono appena 543, significa che non abbiamo neppure capito dove stiamo di casa. Io mi preoccuperei piuttosto dei 606 membri del Parlamento, augurandomi che siano loro - come altri al posto loro - a non dover mai più abitare quel luogo.
Nessun commento:
Posta un commento