Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

Il bambino non scolarizzato sarà un delinquente?

 

Chiariamo subito: con l'istruzione obbligatoria non esistono più bambini non scolarizzati e, purtroppo, si vede! Ma voglio dirvi una cosa che può far luce su qualche luogo comune e, se possibile, distruggerlo definitivamente:
Mi sono capitate tra le mani alcune pagine di un famoso pedagogista francese, Roger Cousinet (nella foto), che nel 1936 pensò di rendere pubbliche alcune sue dirette osservazioni su un bambino libero, non scolarizzato, alle prese con il mondo e con dei libri che i suoi genitori gli avevano messo a disposizione. 
Questi genitori, è da premettere, hanno subito avuto l'intenzione di non disturbare la crescita intellettuale di loro figlio, intervenendo soltanto quando egli reclamava una risposta. Il bambino è stato osservato dal pedagogista per tre anni, dai 5 agli 8. Durante questi tre anni, il bambino ha dimostrato un naturale e costante interesse nei riguardi del mondo, e la sua curiosità innata ha fatto in modo che imparasse da solo a leggere. Ma non solo. 
Tutte le sue richieste venivano esaudite. La prima grande curiosità del bambino, nei riguardi della geografia, venne soddisfatta quando i genitori gli fornirono - dietro sua esplicita richiesta - degli atlanti geografici e alcune mappe. Per sei mesi, il bimbo non fece altro che imparare autonomamente e con viva gioia nomi di città, fiumi, montagne, specifiche culturali di vari luoghi. Dopo l'esperienza della geografia, il bambino, sempre libero di fare e di imparare e sempre lontano da condizionamenti e coercizioni, volle approcciarsi alla scienza, e poi ancora alle piante e agli animali, soprattutto quelli piccoli: vermi, lumache, rane, uccelli, molluschi... Lo interessò anche l'elettricità. Roger Cousinet, nel suo rapporto, osservò che i libri messi a disposizione del bambino gli servivano soprattutto per cercarvi delle conferme a quel che egli pensava e osservava. 
Ogni bambino ha solo voglia di imparare, per lui è un bisogno naturale, ma è un bisogno che viene soddisfatto con gioia soltanto se egli è libero, autonomo, lontano dai condizionamenti degli adulti e soprattutto lontano dalla scuola e i suoi meccanismi perversi, gerarchizzanti, fascisti in nuce.
P.S. Chi pensa che un bambino non frequentante la scuola diventa inevitabilmente preda della delinquenza, ha tre enormi problemi: 
1) Non conosce nulla del mondo dei bambini. 
2) E' vittima di una cultura autoritaria, gretta, miserevole, ristrettissima. 
3) Ignora, o fa finta di ignorare, che i veri grossi delinquenti hanno spesso la laurea e siedono su scranni rivestiti di velluto. 
Risolvere questi problemi è doveroso e urgente.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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