Una citazione al giorno

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Scuola a distanza? Preferiamo prendere le distanze dalla scuola!



E' ancora molto forte, presso le masse educate, l'attaccamento fanatico alla religione scolastica, con tutta la sua liturgia e l'apparato disciplinare, con tutta la sua narrazione mitologica, e pertanto la sola idea di prendere le distanze dalla scuola fa scattare nelle masse la stessa reazione dei fondamentalisti religiosi quando si trovano al cospetto di un'eresia o un eretico. Tutto lo sforzo secolare che i pedagogisti eccelsi hanno fatto per mettere in guardia le persone dal pericolo della scolarizzazione, si riversa nelle poche menti capaci di apprezzare tale sforzo e di staccarsi dalla dimensione fideistica dottrinale della scuola e la sua mitologia barocca. 
Per analizzare certe questioni religiose, per saper ammettere che si tratta solo di mythos, occorre proprio la sapienza dei non scolarizzati, o di quelli che dalla scuola si sono salvati. Pochi. Il risultato della scolarizzazione di massa obbligatoria lo vediamo e lo tocchiamo con mano. Ci avvisavano di questo risultato menti filosofiche come Godwin, Stirner, Bakunin, pedagogisti eccezionali come Faure, Ferrer, e più recentemente Paul Goodman, Ivan Illich, John Holt, Chomsky, l'italiano Marcello Bernardi e mille altri tra filosofi, giornalisti, scrittori, pedagogisti, ecc. 
Ma cosa se ne fa di queste menti eccelse il fanatico fondamentalista? Nulla, non sa che farsene, al fanatico non interessano le deviazioni dalla norma e il pensiero critico, gli serve solo sentire la nenia ipocrita di sempre, la stessa narrazione mitologica, la stessa messa. Il fondamentalista, della sua chiesa, non vuol vedere alcun esito catastrofico, ma, se proprio deve vederlo, sa costruirsi l'immagine di mille diavoli a cui dar la colpa.

IVAN ILLICH: DESCOLARIZZARE LA SOCIETA' (pdf)

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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