Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

In una nuova classe terza

Dodici o tredici anni, sono un soffio di vita, poche molecole di tempo. Eppure i primi tredici anni di vita sono più che sufficienti per immagazzinare la cultura autoritaria e riprodurla come se fosse la cosa più ovvia e naturale del mondo. Così succede che nelle nuove classi-celle (studenti che ancora non conosco e che mi dànno ancora del lei) torno a vedere lo stesso stupore nel volto di chi non ha mai saputo che un altro modo di vivere esiste, si può, ed è migliore di questo. Ho parlato brevemente di Summerhill, abbiamo aperto il sito, abbiamo visto le foto delle attività. Stupore, meraviglia, occhi che brillavano, bocche aperte, e naturalmente voglia di imitare quei ragazzi felici.

Squarcio in una cella.

- Volete imitare quei ragazzi? Ma qui dentro non si può creare una Summerhill, purtroppo.
- Sì ma allora cosa possiamo fare?
- Prof, dobbiamo fare la rivoluzione?
- Cari ragazzi, per fare la rivoluzione, quella vera, bisogna prima conoscere ciò che fino a mezz'ora fa non conoscevate, o che pensavate fosse assurdo e impossibile. Voi la rivoluzione state già cominciando a farla, conoscendo quello che i vostri libri non vi dicono. Il resto verrà da sé.
- Ma esistono scuole così anche in Italia?
- Certo che esistono, ve ne parlerò più avanti.
- Prof, perché non apre anche lei una scuola così? verremmo tutti.
- Questa è un'idea buona, ma non so se riuscirete a convincere i vostri genitori a mandarvi in un altro tipo di scuola. Non siete mai voi a decidere le cose che appartengono alla vostra vita, ve ne siete accorti?
- Ce ne siamo accorti, prof!
- Non è giusto!
- C'è sempre qualche adulto che pensa di sapere che cosa sia giusto e buono per voi, e che ve lo impone anche contro la vostra volontà, con le buone o con le cattive. Sarà così per tutta la vita, voi la chiamerete 'normalità', e la state imparando a scuola, anzi, l'avete già imparata dal momento che vi siete meravigliati nel vedere che cosa succede a Summerhill, qualcosa di diverso dal solito, diverso dalla normalità.
- Qualcosa di diverso dalla società, prof?
- Da questo tipo di società, cara Maddalena.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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