Nasce un bambino e immediatamente si trova catapultato in una società di sovrastrutture che finiscono per annientarlo come persona. Il bambino si riconoscerà molto presto nelle sovrastrutture che gli sono state preparate, e altre, di nuove, gli verranno costruite dal sistema, nel corso della sua vita, per soffocare la sua persona, la sua vera essenza umana.
Facciamo crescere i bambini così, con queste sovrastrutture addosso e in cui crediamo. Per colpa di queste abbiamo smesso di considerarci persone. Siamo quindi numeri, oggetti da sfruttare e catalogati, classificati, misurati, incasellati e quindi siamo in continuo conflitto tra noi stessi. Siamo preda di ideologie, pedagogie, religioni, disvalori capitalisti, ruoli, graduatorie, squadre.
Tu sei una persona? Non più, tu sei un elettricista, bianco, cattolico, interista, comunista, eterosessuale. E tu? Tu sei una cassiera, lesbica, abruzzese, non sopporti i molisani, frequenti la chiesa valdese, un po' trasandata, animalista. Ecco, anche voi educate e acculturate i bambini alla vostra religione, ai vostri sedicenti 'valori', date loro delle sovrastrutture, quelle in cui credete, e dite loro che sono quelle giuste. Ma... Tolte le ideologie, tolte le religioni, tolte le squadre, le classificazioni, le pedagogie, la cultura capitalista, tolti tutti i motivi che ci portano alle divisioni, rimane l'essere umano, rimangono le persone vere, niente per cui guerreggiare 'per conto di', si ritrova l'umanità, la pace e l'uguaglianza dei diritti. Dobbiamo essere delle persone, non roba classificata! Liberiamoci! E liberiamo soprattutto i bambini dalle sovrastrutture e da questo circolo vizioso.
Gaber cantava: 'l'unica cosa sicura è tenerli lontano dalla nostra cultura'!