Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

La scuola del futuro non è che lo sviluppo dell'attuale e aberrante sistema educativo

scuola del futuro

Prigione di Justiz Vollsugs Anstalt (Dusseldorf), realizzata dall'artista Markus Linnenbrink

I pedagoghi di stato vogliono fare della scuola una caserma permanente per l'infanzia. Una caserma o una prigione - a seconda di come si vuole intendere l'azione pedagogica, se come 'educazione' o 'rieducazione' - ma mistificata, colorata, agile, luminosa, accessoriata, tecnologica.

Da moltissimi anni la scuola è posta sotto la critica dilagante dell'opinione pubblica e dei suoi stessi operatori, questo perché, com'è ovvio, la scuola restituisce risultati perfettamente opposti a ciò che essa promette. Non dobbiamo illuderci o stupirci, chi ha progettato la scuola ha proprio voluto che fosse così! La nostra è una scuola veramente antica, con lezioni frontali e gli studenti perennemente passivi e timorosi di dover sbagliare un ordine ricevuto. E non può essere diversamente finché la scuola rimane quel luogo progettato espressamente a questo scopo, e cioè una enorme caserma o palestra d'obbedienza che fornisce al sistema orde di docili produttori, schiavi asserviti al padrone e alle autorità, incapaci di autodeterminazione e di pensare alla vita come gioia di libertà. Gli stessi operatori della scuola, gli stessi pedagoghi di stato, sospinti dalle nuove esigenze del Capitale e dai capitani d'industria, vogliono dunque correre ai ripari e togliere di mezzo una scuola vecchia. Ciò non significa, però, togliere di mezzo gli obiettivi occulti della scuola stessa, ma solo raggiungerli in modo diverso, più 'moderno'. Vediamo.

Questi specialisti (attenzione sempre agli specialisti!) ormai ammettono che questo tipo di scuola non va bene, hanno anche 'scoperto' (non è vero, sapevano benissimo anche prima) che l'apprendimento avviene meglio attraverso il gioco e la curiosità innata, attraverso l'incidentalità, la libertà, l'autonomia del bambino (per esigenze di sintesi non vi parlerò, qui, degli esperimenti che sono stati fatti in questo senso). Lo sanno bene, ma allora cosa pensano di fare? Non certo quello che sarebbe logico fare, e cioè lasciare davvero liberi i bambini di imparare, visto che sanno farlo così bene da sorprendere tutti! Lasciarli liberi sarebbe la vera rivoluzione! Pensate che lo stato lasci fare in questa direzione?  Dicono invece: 'ok, facciamo giocare questi bambini, che diano pure sfogo alla loro curiosità, ma che lo facciano nelle nostre scuole, appositamente concepite, attraverso i materiali che NOI forniamo loro e con i risultati che NOI vogliamo che essi raggiungano!' Questo dicono. E questo è l'obiettivo di tutte le scuole alternative che, non a caso, vengono sostenute dallo stato, come avviene già all'estero. La scuola del futuro? E' tutta una mistificazione, un enorme inganno, più di quello attuale che, almeno, è ancora in qualche modo visibile per chi lo vuol vedere.

Tutti questi esperti di pedagogia, di puericultura, di pediatria, di neuroscienze applicate all'infanzia e persino sociologi, psicologi, antropologi... naturalmente tutti al servizio del sistema e conformati all'identico modello culturale, guardano i bambini, osservano come essi imparano spontaneamente nella vita, si stupiscono di come apprendano facilmente da soli, senza maestri o adulti, ma non li lasciano in pace, non li vogliono vedere nella vita! E cosa vogliono fare? Quella vita la vogliono costruire dentro una scuola, e va da sé che la vita non può entrare in una scuola, non solo per via delle dimensioni, ma perché è un controsenso di per sé! A scuola non può che esistere, al massimo, per bene che vada, una piccolissima porzione di pseudovita, e peraltro surrogata. Ma perché gli specialisti vogliono imprigionare i bambini? E' ovvio: nella vita, nei contesti più diversi, nelle relazioni più spontanee e varie, un bambino libero impara la libertà, impara a non aver paura di voti e rimproveri, apprende ciò che più gli interessa, sviluppa davvero il suo senso critico e l'autodeterminazione, impara ad autogestirsi e a prendersi delle responsabilità; invece un bambino a scuola, per quanto colorata, tecnologica, aperta e solo apparentemente libera, non farà altro che prendere ordini, agire secondo un modello imposto, in base a obiettivi predisposti dall'educatore al servizio del sistema, e si allenerà a diventare lo stesso schiavo produttore, ma lo farà giocando, divertendosi, e illudendosi più di oggi che quella sia davvero la vita. Il progetto delle scuole future è estremamente furbo, aberrante, cinico e malefico al tempo stesso. 

Nella foto: Prigione di Justiz Vollsugs Anstalt (Dusseldorf), realizzata dall'artista Markus Linnenbrink

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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