Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Descolarizzazione: alcune considerazioni di Paul Goodman

Un cervello fecondo, critico e straordinario come Paul Goodman manca sempre nel panorama editoriale italiano. Salvo due o tre libri tradotti nella nostra lingua, tutti gli altri, e sono tanti, latitano sui nostri scaffali e nelle biblioteche. Ritengo questo un grave e colpevole vuoto. 
Vorrei trascrivere qui qualche cosa che ho voluto tradurre per i fatti miei, naturalmente attinente al tema dell'educazione, della scuola, dell'apprendimento incidentale, della descolarizzazione, di cui Goodman è stato un fervente promotore e sostenitore. Ivan Illich colse immediatamente la preziosità del pensiero di Goodman e volle attualizzarlo, puntualizzandolo in un'analisi se possibile ancora più meticolosa e ampia, nel suo 'Descolarizzare la società' (testo più attuale oggi che nel 1971). 
Di seguito, dunque, leggerete alcune affermazioni lapidarie di Paul Goodman che - bisognerà tenerne conto - sono il frutto di un lungo percorso critico e analitico. Egli scrive così su 'La Critique sociale':
[...]
Io penso che:
- L'educazione incidentale dovrebbe essere il principale metodo di apprendimento.
- La maggior parte dei licei dovrebbero essere eliminati. Altri tipi di comunità di giovani dovrebbero assumere le funzioni sociali dei licei.
- L'educazione universitaria dovrebbe generalmente seguire, e non precedere, l'ingresso nella professione.
- L'obiettivo principale degli educatori dovrebbe essere quello di assicurarsi che le attività della società permettano di attuare l'educazione incidentale.
- Lo scopo della pedagogia elementare fino a dodici anni dovrebbe essere quello di proteggere e nutrire la libera crescita del bambino, poiché la pressione familiare e quella sociale sono troppo forti perché un bambino possa resistergli.

RIESAMINIAMO GLI ARGOMENTI DI QUESTO PROGRAMMA.

- Noi dobbiamo diminuire la scolarizzazione perché la sua interminabile tutela va contro la natura e, di fatto, blocca la crescita.
- Gli sforzi che tendono a sottomettere il processo di maturazione ad un programma scolastico scoraggiano i giovani e guastano una grande parte delle loro capacità di apprendimento e adattamento.
- La scolarizzazione non prepara ad una vera azione; essa è lo scopo di se stessa. Soltanto quelli che hanno dei talenti accademici, tra il 10 e il 15% secondo Conant, ricavano profitto da questa attività inutile, senza provare noia e senza rimanerne mutilati.
- Il nostro sistema educativo, che isola di fatto i giovani dalle generazioni più adulte, aliena i giovani. E nonostante questo rimane assurdo, per molti dei più brillanti e sensibili giovani, escludersi dalla società o affrontarla in modo ostile. Questo stato di cose non conduce a una ricostruzione sociale.

Trailer del film 'Paul Goodman ha cambiato la mia vita' che, temo, non vedremo mai nei cinema italiani.


Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

Lettori fissi