Una citazione al giorno

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Data Rivoluzionaria

Che cos'è un dogma?

Un dogma è sostanzialmente una promessa che non viene mai mantenuta e nonostante questo, seppure i fatti reali della vita dimostrino la sua natura menzognera, riesce infallibilmente a illudere la gente della sua assoluta necessità, per il bene  della società. Il dogma ti illude di un qualcosa o di un risultato in prospettiva di cui però non può dimostrare né la veridicità, né l'esistenza, né ovviamente l'efficacia. E mai potrà farlo.
Il dogma, però, non è soltanto quello legato al cosiddetto 'diritto divino' o alla teologia, ma è anche tutto ciò che sta alle fondamenta di quelle che possiamo definire 'altre chiese', o 'nuove chiese'. La scuola è una di queste nuove chiese, lo dice bene Ivan Illich. La scuola è un dogma, una promessa disattesa, un'illusione sociale, com'è ovvio che sia. Infatti la scuola non ha mai realizzato nulla di quel che promette da secoli (un Uomo sociale solidale, emancipato, autonomo e libero), fa l'esatto contrario, e tuttavia riesce a costruire nelle coscienze la credenza secondo la quale essa è necessaria. Se pure esitono delle menti fulgide e degli spiriti liberi e critici, non rappresentano di certo la regola, sono menti e spiriti rimasti intatti nonostante la scuola, non per merito suo.
Credo, e insieme a me lo credono anche altri pedagogisti e intellettuali (ed è la realtà dei fatti, la loro progressione, a darci ragione), che la scuola sia il dogma più forte e più distruttivo che la storia umana abbia mai conosciuto e subìto. Credere ciecamente, cioè dogmaticamente, vuol dire infatti porsi in una posizione non soltanto acritica rispetto a, ma anche - e la cosa è ben più grave - a difesa del dogma stesso. Credere ciecamente significa chiudere appunto gli occhi sul fatto che si sta dando fiducia ad una menzogna comprovata, significa chiudere gli occhi di fronte ai fatti concreti che smentiscono la promessa. Il dogma è una terribile gabbia mentale che ammazza l'individuo, privandolo delle sue qualità più belle e umane. E di gabbie mentali, oltre che fisiche, ce ne hanno costruite una infinità. E' tempo di abbatterle tutte. E' tempo di liberazione!

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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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