Una citazione al giorno

Una citazione al giorno - Ai grandi bisogna sempre spiegare tutto quello che i bambini capiscono subito (Antoine de Saint Exupéry)
Data Rivoluzionaria

Il motivo della rinascita del fascismo nel mondo civilizzato

 

Negli anni che seguirono la fine della Seconda guerra mondiale, alcuni intellettuali, riunitisi già negli anni '20 del XX secolo, potenziarono i loro studi in merito ai motivi socioculturali che, anche in quegli anni, stavano producendo guerre e dittature. Com'è possibile che un tipo di società come la nostra, debitamente acculturata*, civilizzata*, possa far maturare personalità autoritarie e mostruose come quella di Hitler? E com'è possibile che masse di persone possano annullare la loro coscienza per sottomettersi al volere di queste personalità? Perché il razzismo? Eccetera. Venne quindi a formarsi la famosa Scuola di Francoforte
Gli studi condussero a delle risposte - famoso è il saggio di Theodor W. Adorno su 'La personalità autoritaria' - ma stando ai fatti, inequivocabili, il tema rimane ancora purtroppo attuale e inevaso. E' allora questa, secondo noi, la domanda che oggi dovremmo tutti porci: come mai, nonostante le risposte già date, nonostante l'esperienza storica, nonostante tutto il sapere che sappiamo, siamo di fronte a un escalation del nazifascismo nel mondo civilizzato? 
Eppure, la Scuola di Francoforte sembrava avesse analizzato proprio tutto. Sembrava, appunto. I fautori di quel consesso non avevano considerato l'elemento chiave, cioè quel fattore educativo capace di trasformare una persona autodeterminata, come lo è un bambino, in un perfetto adulto adattato, un produttore ubbidiente e remissivo, un seguace e adoratore di chiunque si presenti autoritariamente a lui come suo padrone. Quell'elemento non venne preso in considerazione, colpevolmente, tant'è vero che quegli intellettuali se lo adottarono persino per denominare il loro atto costitutivo: scuola. Quale errore!
Ancora oggi, nonostante l'individuazione dell'elemento chiave da parte di vari intellettuali (anarchici e non) che risiede nell'azione pedagogica direttiva - massimamente quella appunto della Scuola - esistono resistenze mentali fortemente dogmatiche che impediscono di accettare la realtà dei fatti e finalmente di additare la scuola come IL problema, come il luogo deputato alla (de)formazione delle coscienze, la palestra dove fare 'ginnastica d'obbedienza', come diceva giustamente Fabrizio De Andrè
Non è un caso se nessuno degli intellettuali prezzolati (pedagogisti in testa) si sia mai prodigato nell'analisi profonda e onesta degli effetti che l'azione reclusivo-coercitiva della scuola produce sulle personalità ancora in formazione come quelle dei bambini. Se lo facessero, si accorgerebbero anche loro che quegli effetti, frutto dell'obbligo di anni e anni passati tra i banchi, tradotti in migliaia di ore di ubbidienza all'autorità e reclusione forzata, conditi da paura costante e ansia da competizione, sono incredibilmente devastanti per un bambino, profondamente disumani, formativi in senso autoritario e, alla fine, non farebbero altro che darci la risposta veramente giusta riguardo al motivo per cui il mondo produce ancora oggi fascismo. 
I bambini non nascono fascisti, tutto il contrario! Il fascismo è un fatto culturale, di un tipo preciso di cultura, la nostra! E se il lettore adesso sente l'istinto di difendere la scuola (e di conseguenza il sistema) adducendo i suoi soliti luoghi comuni che hanno sempre lasciato il tempo trovato, lo invitiamo a liberarsene, magari cominciando da QUESTO e gli diciamo: ma se fossero bastati i vostri cinque o sei luoghi comuni per spiegare il fatto sociale e antropologico, pensate che migliaia di tonnellate di libri sulla questione sarebbero stati scritti o che migliaia di intellettuali avrebbero speso tutta la loro vita nei loro studi in questo campo?

* Parole come cultura e civilizzazione, così come molte altre, dovrebbero essere considerate in modo diverso, opposto a quello che comunemente ci hanno insegnato a pensare. Cultura (quale tipo di cultura? Specificare sempre). Civilizzazione (che cosa ha prodotto la civilizzazione e cosa ancora produce?). Riforma (se un male continua a insistere, è giusto ri-formarlo o dobbiamo eliminarlo?). Eccetera, eccetera. Mettere insomma tutto in discussione e abolire la scuola.

L'essere umano nasce cattivo?

 

'Vedo in giro tanta violenza, l'essere umano è così, nasce cattivo'. Quanto c'è di vero in questa affermazione? Ci concederemo una sintesi estrema per rispondere. 
Dovremo anzitutto constatare che le violenze perpetrate dalle persone che hanno ricevuto un potere, e specialmente quelle che esercitano quel potere nel nome della legge, sono violenze enormemente superiori ed estese a quelle che potrebbero commettere se il potere non lo avessero, ammesso che commetterebbero ancora delle violenze. 
La violenza che affligge il mondo statualizzato da circa 5000 anni non è infatti data dalla cosiddetta 'natura umana cattiva' (come ancora qualcuno si ostina a pensare che sia, nonostante questa convinzione sia stata smantellata già da molto tempo), ma è data sia dal possesso legalizzato di un potere da parte di qualcuno - e più grande è il potere, ad esempio quella di un governo, più estesa è la violenza - sia dalle varie appartenenze ideologico-dogmatiche che fanno dell'individuo un elemento qualunque e brutale del branco, un anonimo assoggettato/adattato incapace di pensarsi libero, e che vede nella libertà propria e altrui un attentato all'integrità del mondo. Se una persona singola ha un potenziale di violenza proporzionato al suo essere singola (potenziale affrontabile da altri singoli), nella società statuale la cosa cambia radicalmente, e abbiamo persino due livelli di violenza, quella che discende dal legislatore con la sua legge (non più affrontabile dai singoli), e quella esercitata dal branco nei confronti di tutti i nemici 'pari-grado'; e a decidere chi sia il nemico di turno sono il legislatore, una morale costruita, una ideologia, una religione, e questo insieme di cose che diventano cultura
Se all'interno del branco (dalla patria-famiglia, alla patria-nazione) esistono persone che mettono in dubbio tutto l'apparato culturale su cui poggia questo sistema di violenze, queste persone diventano per il branco nemiche da combattere, ed ecco ancora emergere una violenza dal basso. E poiché il branco sociale è diviso in mille altri modi diversi, le mille altre categorie formate anche per colpa degli effetti della scuola sulla società non possono che dare origine a odii, dissidii e conseguenti altre violenze. 
Ecco in breve il motivo per cui esiste ancora qualcuno che, ignorando il ragionamento e navigando sempre nel mare della banalità o del luogo comune, dice sempre: 'io vedo tanta violenza in giro, vuol dire che l'essere umano è fatto così'. Come scriveva anche Erich Fromm che su questi temi ha scritto abbastanza, l'uomo è potenzialmente molto più violento delle bestie feroci, è vero, ma la sua enorme distruttività è dovuta a un costrutto sociale specifico, non alla sua biologia. E tutto nasce dal concetto di potere, che dovrebbe essere abolito, non conquistato. 'Chi ha il potere è automaticamente pericoloso', dice un vecchio motto anarchico. E' così! 
Esistono popoli ancora liberi e felici che isolano immediatamente quei singoli che, all'interno della loro comunità, vorrebbero ergersi a padroni di qualcuno o qualcosa. Ci sono popoli evidentemente non scolarizzati, quindi ancora intelligenti e umani, che capiscono la gravità del potere in sé e il pericolo mostruoso della creazione di capi o padroni. C'è da imparare. O da reimparare.

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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