'Vedo in giro tanta violenza, l'essere umano è così, nasce cattivo'. Quanto c'è di vero in questa affermazione?
Ci concederemo una sintesi estrema per rispondere.
Dovremo anzitutto constatare che le violenze perpetrate dalle persone che hanno ricevuto un potere, e specialmente quelle che esercitano quel potere nel nome della legge, sono violenze enormemente superiori ed estese a quelle che potrebbero commettere se il potere non lo avessero, ammesso che commetterebbero ancora delle violenze.
La violenza che affligge il mondo statualizzato da circa 5000 anni non è infatti data dalla cosiddetta 'natura umana cattiva' (come ancora qualcuno si ostina a pensare che sia, nonostante questa convinzione sia stata smantellata già da molto tempo), ma è data sia dal possesso legalizzato di un potere da parte di qualcuno - e più grande è il potere, ad esempio quella di un governo, più estesa è la violenza - sia dalle varie appartenenze ideologico-dogmatiche che fanno dell'individuo un elemento qualunque e brutale del branco, un anonimo assoggettato/adattato incapace di pensarsi libero, e che vede nella libertà propria e altrui un attentato all'integrità del mondo. Se una persona singola ha un potenziale di violenza proporzionato al suo essere singola (potenziale affrontabile da altri singoli), nella società statuale la cosa cambia radicalmente, e abbiamo persino due livelli di violenza, quella che discende dal legislatore con la sua legge (non più affrontabile dai singoli), e quella esercitata dal branco nei confronti di tutti i nemici 'pari-grado'; e a decidere chi sia il nemico di turno sono il legislatore, una morale costruita, una ideologia, una religione, e questo insieme di cose che diventano cultura.
Se all'interno del branco (dalla patria-famiglia, alla patria-nazione) esistono persone che mettono in dubbio tutto l'apparato culturale su cui poggia questo sistema di violenze, queste persone diventano per il branco nemiche da combattere, ed ecco ancora emergere una violenza dal basso. E poiché il branco sociale è diviso in mille altri modi diversi, le mille altre categorie formate anche per colpa degli effetti della scuola sulla società non possono che dare origine a odii, dissidii e conseguenti altre violenze.
Ecco in breve il motivo per cui esiste ancora qualcuno che, ignorando il ragionamento e navigando sempre nel mare della banalità o del luogo comune, dice sempre: 'io vedo tanta violenza in giro, vuol dire che l'essere umano è fatto così'. Come scriveva anche Erich Fromm che su questi temi ha scritto abbastanza, l'uomo è potenzialmente molto più violento delle bestie feroci, è vero, ma la sua enorme distruttività è dovuta a un costrutto sociale specifico, non alla sua biologia. E tutto nasce dal concetto di potere, che dovrebbe essere abolito, non conquistato. 'Chi ha il potere è automaticamente pericoloso', dice un vecchio motto anarchico. E' così!
Esistono popoli ancora liberi e felici che isolano immediatamente quei singoli che, all'interno della loro comunità, vorrebbero ergersi a padroni di qualcuno o qualcosa. Ci sono popoli evidentemente non scolarizzati, quindi ancora intelligenti e umani, che capiscono la gravità del potere in sé e il pericolo mostruoso della creazione di capi o padroni. C'è da imparare. O da reimparare.