Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Il motivo della rinascita del fascismo nel mondo civilizzato

 

Negli anni che seguirono la fine della Seconda guerra mondiale, alcuni intellettuali, riunitisi già negli anni '20 del XX secolo, potenziarono i loro studi in merito ai motivi socioculturali che, anche in quegli anni, stavano producendo guerre e dittature. Com'è possibile che un tipo di società come la nostra, debitamente acculturata*, civilizzata*, possa far maturare personalità autoritarie e mostruose come quella di Hitler? E com'è possibile che masse di persone possano annullare la loro coscienza per sottomettersi al volere di queste personalità? Perché il razzismo? Eccetera. Venne quindi a formarsi la famosa Scuola di Francoforte
Gli studi condussero a delle risposte - famoso è il saggio di Theodor W. Adorno su 'La personalità autoritaria' - ma stando ai fatti, inequivocabili, il tema rimane ancora purtroppo attuale e inevaso. E' allora questa, secondo noi, la domanda che oggi dovremmo tutti porci: come mai, nonostante le risposte già date, nonostante l'esperienza storica, nonostante tutto il sapere che sappiamo, siamo di fronte a un escalation del nazifascismo nel mondo civilizzato? 
Eppure, la Scuola di Francoforte sembrava avesse analizzato proprio tutto. Sembrava, appunto. I fautori di quel consesso non avevano considerato l'elemento chiave, cioè quel fattore educativo capace di trasformare una persona autodeterminata, come lo è un bambino, in un perfetto adulto adattato, un produttore ubbidiente e remissivo, un seguace e adoratore di chiunque si presenti autoritariamente a lui come suo padrone. Quell'elemento non venne preso in considerazione, colpevolmente, tant'è che quegli intellettuali se lo adottarono persino nel loro atto costitutivo: scuola. Quale errore!
Ancora oggi, nonostante l'individuazione dell'elemento chiave da parte di vari intellettuali (anarchici e non) che risiede nell'azione pedagogica direttiva - massimamente quella appunto della Scuola - esistono resistenze mentali fortemente dogmatiche che impediscono di accettare la realtà dei fatti e finalmente di additare la scuola come IL problema, come il luogo deputato alla (de)formazione delle coscienze, la palestra dove fare 'ginnastica d'obbedienza', come diceva giustamente Fabrizio De Andrè
Non è un caso se nessuno degli intellettuali prezzolati (pedagogisti in testa) si sia mai prodigato nell'analisi profonda e onesta degli effetti che l'azione reclusivo-coercitiva della scuola produce su delle personalità ancora in formazione come quelle dei bambini. Se lo facessero, si accorgerebbero anche loro che quegli effetti, frutto dell'obbligo di anni e anni passati tra i banchi, tradotti in migliaia di ore di ubbidienza all'autorità e reclusione forzata, conditi da paura costante e ansia da competizione, sono incredibilmente devastanti per un bambino, profondamente disumani, formativi in senso autoritario e, alla fine, non farebbero altro che darci la risposta veramente giusta riguardo al motivo per cui il mondo produce ancora oggi fascismo. 
I bambini non nascono fascisti, tutto il contrario! Il fascismo è un fatto culturale, di un tipo preciso di cultura, la nostra! E se il lettore adesso sente l'istinto di difendere la scuola (e di conseguenza il sistema) adducendo i suoi soliti luoghi comuni che hanno sempre lasciato il tempo che trovavano, lo invitiamo a liberarsene, magari cominciando da QUESTO e gli diciamo: ma se fossero bastati i vostri cinque o sei luoghi comuni per spiegare il fatto sociale e antropologico, pensate che migliaia di tonnellate di libri sulla questione sarebbero stati scritti o che migliaia di intellettuali avrebbero speso tutta la loro vita nei loro studi in materia?

* Parole come cultura e civilizzazione, così come molte altre, dovrebbero essere considerate in modo diverso, opposto a quello che comunemente ci hanno insegnato a pensare. Cultura (quale tipo di cultura? Specificare sempre). Civilizzazione (che cosa ha prodotto la civilizzazione e cosa ancora produce?). Riforma (se insiste un male, è giusto riformarlo o eliminarlo?). Eccetera, eccetera. Mettere tutto in discussione e abolire la scuola.

Nessun commento:

Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

Lettori fissi