Una citazione al giorno

Una citazione al giorno -
Data Rivoluzionaria

Ex-ducere e altre fandonie

 

 Dobbiamo dir questo: fin da piccoli veniamo bombardati da un'insulsa retorica che prende le forme più varie. Quella scolastica è la più disgustosa, la più umiliante per il genere umano, proprio perché inganna gli spiriti più innocenti - i bambini - e racconta loro molte falsità alle quali poi crederanno tutta la vita. La scuola emancipa? Neanche per sogno, fa proprio l'opposto! La scuola sviluppa lo spirito critico? Sciocchezza, basta guardarsi intorno! Bisognerebbe iniziare a compiere un'immensa opera di smantellamento della retorica e dei luoghi comuni; la scuola e il suo mondo ne sono zeppi! 

Nel libro 'Perché dobbiamo abolire la scuola' ci sono ben due capitoli - su 18 totali - dedicati allo smantellamento degli automatismi mentali riguardanti il sistema di istruzione nazionale (pubblico o privato che sia, il 'programma occulto' è il medesimo). Come si fa a smantellare? In verità è molto semplice: si guarda alla realtà, ai fatti, che sono inoppugnabili. Ci vuol coraggio? Più che altro ci vuole la buona volontà di smascherare il sistema e avere a cuore il vero senso della giustizia! Ancora oggi, moltissimi adulti scolarizzati sono convinti - potenza della retorica, appunto! - che, poiché la parola 'educare' proviene da ex-ducere ('condurre fuori'), la scuola farebbe proprio questo, ma intendendolo nel senso più positivo e cioè tirar fuori dai fanciulli il meglio che hanno dentro. Ovviamente, la realtà e i fatti ci parlano di tutt'altro! L'umanità deve ringraziare un'infinità di autodidatti e analfabeti se ha fatto progressi in moltissimi campi. Si parla anche di questo, nel libro, con alcuni clamorosi esempi, a testimonianza del fatto che l'intelligenza non ha bisogno di scuole e pedagoghi. 

Coloro che sono ancora affezionati alla parola 'educazione' quale sostantivo a preludio di paradisi sociali e rivoluzioni liberatrici, dovrebbero, secondo noi, ravvedersi e cominciare a credere che sì, è vero, educare significa letteralmente tirar fuori, ma tirar fuori che cosa? a guardare la realtà, tutto il peggio che un essere umano tiene dentro come potenziale distruttivo e fascistoide: competizione, voglia di rivalsa, idea di vendetta e legge del taglione come strumento di risoluzione dei problemi, concetto di nemico e di confine, concezione gerarchica della società, convinzione di essere i migliori 'rispetto a', nazionalismo, volontà di aggregarsi alle maggioranze e, quindi, a un pensiero unico dominante, credere che senza capi e maestri non si possa vivere, patriottismo nazionale, desiderare leggi calate dall'alto... Chi non ha queste convinzioni? Quasi tutti ce l'hanno! E dove pensano di averle imparate? Davvero costoro credono ancora che, di fronte all'azione nascosta e deleteria della scuola messa in atto dai suoi stessi meccanismi e in cui credono ciecamente i docenti, sia sufficiente fare la predica nelle classi-celle dicendo a quelle povere vittime inconsapevoli destinate allo sfruttamento che 'siamo tutti fratelli e sorelle e dobbiamo volerci bene e fare gli educati' per salvare il mondo da noi stessi così tremendamente scolarizzati? Beh, non è così, ce lo raccontano i fatti! Questo e molto altro nel libro. Regalatevelo per natale. CLICCATE QUI


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Gustavo Esteva

'...A quel punto, sia mia figlia che noi genitori sapevamo che il problema non è la qualità della scuola, ma la scuola stessa. Per quanto riconfigurassimo l’aula, il programma di studio, ecc., la scuola rimaneva il problema e non la soluzione. Per quanto la nostra scuola fosse libera, per quanto fossero belli l’albero e il giardino che sostituivano l’aula, per quanto gli insegnanti fossero aperti e creativi, la nostra scuola era ancora una scuola. (Illich l’avrebbe messo in luce con estrema chiarezza nel suo Descolarizzare la società, come ho scoperto molti anni dopo)'.

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